Rete Imprese Italia: “Invertire la rotta, senza crescita non c’è futur - CNA Bologna

Accessibility Tools

News Senza categoria

Rete Imprese Italia: “Invertire la rotta, senza crescita non c’è futur

gio 09 mag 2013

“Siano le ragioni dell’economia reale e della crescita la stella polare di quanto occorra rapidamente fare. Bisogna invertire la rotta, senza crescita non c’è futuro”. Lo ha detto il presidente di turno di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, nella relazione  tenuta alla terza assemblea annuale del coordinamento di Cna, Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti che si è svolta a Roma nell’Auditorium Parco della Musica. Ai lavori hanno partecipato il presidente della Cna, Ivan Malavasi, e il segretario generale, Sergio Silvestrini. All’assemblea ha inviato un messaggio di saluto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,  ed è intervenuto brevemente il premier Enrico Letta, che ha annunciato il taglio dell’indennità ai ministri parlamentari. <E’ arrivato il momento in cui anche la politica faccia la sua parte>, ha spiegato Letta. Il titolare dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, nelle sue conclusioni, ha assicurato che il ministero sarà, come tutto il governo, al servizio del lavoro e delle imprese. E che non ci sarà il rilancio dell’economia senza politiche concrete di stimolo ai consumi e agli investimenti. Centinaia di migliaia le firme degli imprenditori italiani che hanno aderito al manifesto di Rete Imprese Italia.

La recessione che stiamo vivendo – ha spiegato Sangalli - è diventata più profonda e lunga di quelle del secolo scorso, avendo superato anche il drammatico episodio degli anni Trenta. Le previsioni ufficiali delineano un percorso di uscita dalla recessione di tipo inerziale, con bassi tassi di crescita, insufficienti a recuperare i livelli di prodotto pre-crisi. E’ il quadro di un’Italia in cui ha chiuso, nel 2012, un’impresa al minuto. E’, ancora, il quadro di un’Italia in cui il numero dei disoccupati è ormai prossimo ai tre milioni di unità e la disoccupazione giovanile ha ormai oltrepassato la quota del 38%. Vi sono, infatti, responsabilità diffuse delle classi dirigenti del nostro paese e delle sue troppe ‘caste’. Ma certamente vi è, anzitutto, la responsabilità della politica. E al governo di servizio rivolgiamo, dunque, una richiesta esigente e severa di cambiamento. I contenuti di questa richiesta sono sintetizzati nel nostro Manifesto. Un Manifesto che ha un titolo semplice e chiaro: ‘Adesso tocca a voi’. Tocca a voi perché le imprese, da sole, non ce la fanno più. Perché le imprese hanno già perso la pazienza, non fategli perdere anche la speranza. Tocca quindi al governo ed alla politica fare la propria parte: tutta e sino in fondo. Se ne traggano, dunque, tutte le conseguenze. Conseguenze che sono strettamente collegate con le quattro priorità del nostro Manifesto: fisco, credito, semplificazione, lavoro. Parto dalla prima: il fisco. Si metta mano ad un processo - realistico, ma determinato – di riduzione dei livelli record di pressione fiscale, bonificando la spesa pubblica senza timidezza alcuna, con l’avanzamento del processo di controllo, riqualificazione e riduzione; contrastando evasione ed elusione fiscale; e muovendo dalla riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro. E poi – in tema di credito, e qui arrivo alla seconda grande priorità - si risponda all’allarme europeo per le persistenti e addirittura crescenti difficoltà nell’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese con urgenti misure operative. Arrivo quindi al terzo punto del nostro Manifesto: la semplificazione. Si abbattano i costi della burocrazia e si archivi definitivamente la sciagurata vicenda del Sistri, che è stato ripristinato nel suo impianto iniziale nonostante le evidenti disfunzioni operative e l’aggravio di costi ancora una volta a carico delle imprese. Non siamo di certo contro la tracciabilità, ma è proprio nelle complicazioni burocratiche che spesso si annida la malavita e la criminalità organizzata.

Si semplifichi l’architettura istituzionale ed amministrativa di Stato, Regioni ed Enti locali, sanando ridondanze e conflitti di competenze, che impantanano il processo decisionale, generano costi aggiuntivi e stroncano le gambe alla volontà di investire e di fare impresa. Si lavori per il contrasto della corruzione e per l’efficienza della giustizia. Infine – ed è questo il quarto e ultimo cruciale punto del Manifesto - si punti sul lavoro. Ad esempio, si rivedano le più recenti restrizioni normative in materia di flessibilità in entrata e si mettano in campo tutte le misure utili ad incentivare l’occupazione dei giovani e delle donne. Si migliori il collegamento tra istruzione, formazione, ricerca e mondo del lavoro. Perché ad esempio è davvero un paradosso che cresca la disoccupazione sebbene vi sia ancora domanda di lavoro in alcuni settori, in cui mancano professionalità e mestieri adeguatamente formati. Si punti poi su una sicurezza sociale saldamente fondata su più lavoro e sulla valorizzazione del welfare contrattuale. Per ridurre il costo del lavoro e l’emersione del lavoro nero, si pensi ad esempio a creare incentivi all’occupazione. Si faccia il punto sulla vicenda ‘esodati’ e si dia risposta all’emergenza del rifinanziamento della cassa integrazione in deroga”.

Leggi la notizia su CNA Nazionale