Cna, Legge di Stabilità positiva ma da migliorare
mer 28 ott 2015Il disegno di legge di Stabilita per il 2016, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 ottobre fa seguito alla Nota di aggiornamento del DEF di settembre che registrava un quadro di generale miglioramento dell’economia italiana e definiva gli obiettivi programmatici e i saldi di finanza pubblica per il 2016 in base a cui apportare le correzioni al bilancio dello Stato.
Il ddl di Stabilità del 2016 (nel testo disponibile al 22 ottobre 2015) introduce modifiche sul versante delle entrate e delle spese per un totale circa 27 miliardi di euro, in parte finanziati attraverso deficit permesso dall’utilizzo dei margini di flessibilità concessi dall’Unione Europea.
Nel complesso la manovra presenta, quindi, un carattere espansivo ed è volta a irrobustire la ripresa, stimolando l’economia con interventi sia sul lato della domanda sia su quello dell’offerta.
La Cna valuta positivamente che il governo abbia imboccato la strada della riduzione delle tasse ed abbia accolto molte delle richieste che avevamo presentato.
Mancano, tuttavia, alcune importanti misure che ci auguriamo possano essere inserite nel corso dell’iter parlamentare.
Il testo definitivo del ddl – prosegue la nota – non è ancora stato trasmesso al Parlamento ma, sulla base delle prime bozze ad oggi disponibili, è possibile tracciare un primo quadro dei provvedimenti di maggiore impatto sulle micro e piccole imprese, suddivisi come segue:
- interventi che accolgono proposte formulate dalla Cna
- altri provvedimenti di interesse
- misure che richiedono correzioni nel passaggio parlamentare
- interventi mancanti per cui si auspica l’inserimento in Parlamento.
INTERVENTI CHE ACCOLGONO PROPOSTE FORMULATE DALLA CNA
Incremento della franchigia IRAP da euro 10.500 a 13.000, al fine di escludere dal pagamento dell’imposta migliaia di imprese e professionisti senza dover dimostrare l’assenza dell’autonoma organizzazione, e di ridurre il carico fiscale per chi supera la soglia (art. 11, c. 7).
Proroga del blocco dell’aliquota contributiva al 27% per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata INPS per il 2016. La normativa oggi in vigore prevede, dopo due anni di “blocco” (anni 2014 e 2015), l’incremento graduale dell’onere contributivo. L’attuale disciplina dispone, infatti, che per l’anno 2016 l’aliquota sia incrementata di 1 punto percentuale, passando così dal 27 al 28%, e dal 28 al 29% nell’anno 2017.
La Legge di Stabilità per il 2016 manterrebbe inalterata, anche per il 2016, l’aliquota al 27% (art. 18).
Proroga delle agevolazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia, compreso il “bonus mobili”, e riqualificazione energetica al 31 dicembre 2016, con i livelli di detrazione attuali, rispettivamente del 50% e del 65% (art. 7, c. 1).
Nuova detrazione pari al 50% delle spese sostenute, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016, da giovani coppie per acquistare mobili ad arredo di unità immobiliari adibiti ad abitazione principale (art. 7, c. 2).
Introduzione del superammortamento, con deduzione pari al 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi, effettuati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016. La maggiorazione del costo fiscalmente riconosciuto del 40% riguarda sia l’IRES sia l’IRPEF. (art. 8).
Allentamento del patto di stabilità interno degli enti locali dal 2016, che può consentire la ripresa degli investimenti pubblici per la riqualificazione del patrimonio pubblico (scuole, uffici pubblici, …) e la manutenzione del territorio (prevenzione di disastri ambientale, riduzione del rischio di dissesto idrogeologico, …) (art. 50).
Proroga dell’esonero contributivo per incentivare le assunzioni o le trasformazioni a tempo indeterminato effettuate nel 2016, nella misura di 3.250 euro su base annua per 24 mesi. L’esonero non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla legge (art. 13).
Rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga
Stanziamento di 250 milioni di euro per il 2016, al fine di garantire la costanza di rapporto di lavoro ai dipendenti delle piccole e piccolissime imprese escluse dagli ammortizzatori sociali ordinari (art. 25).
Revisione del regime forfettario dei “contribuenti minimi”
Ampliamento dell’accesso al regime fiscale forfettario per imprese e lavoratori autonomi di piccole dimensioni, tramite:
- l’aumento della soglia di ricavi per l’accesso a tale regime, di 15.000 euro per i professionisti (portando il limite a 30.000 euro) e di 10.000 euro per le altre categorie di imprese;
- l’estensione della possibilità di accesso al forfettario anche a lavoratori dipendenti e pensionati con un’attività in proprio, con redditi da lavoro dipendente o pensione non superiore a 30.000 euro.
Per i contribuenti forfettari che iniziano l’attività è previsto un regime di particolare favore con l’aliquota che scende al 5%, dall’attuale 10%, ed è applicabile per 5 anni (anziché 3 anni) (art. 9).
ALTRI PROVVEDIMENTI DI INTERESSE
Possibilità di recuperare immediatamente l’IVA sui crediti insoluti verso imprese soggette alle procedure concorsuali
E’ concesso di recuperare l’Iva già versata su fatture emesse nei confronti di imprese soggette a procedure concorsuali fin dall’apertura della procedura, senza attendere la ripartizione dell'attivo (art. 11, c. 9).
Riduzione dell’IRES dall’attuale 27,5% al 24%, a partire dal 2017
Si riduce l’IRES del 3,5%, con uno sgravio di 3,8 miliardi nel primo anno e di circa 4 miliardi dall’anno successivo. Si potrà anticipare di un anno l’entrata in vigore della riduzione dell’aliquota se le istituzioni europee riconosceranno i maggiori margini di flessibilità correlati all’emergenza immigrazione (art. 5).
Sterilizzazione dell’aumento IVA e accise
Disattivate le clausole di salvaguardia previste da precedenti disposizioni legislative, che sarebbero entrate in vigore dal 2016, per un valore di 16,8 miliardi di euro (art. 3).
Conferma del regime fiscale dei premi di produttività
Previsione di un’imposta sostitutiva del 10% sui premi di produttività inferiori a 2.000 euro, per dipendenti con redditi annui inferiori a 50 mila euro (art. 14).
Aumento della soglia per l’utilizzo del contante dagli attuali 1.000 a 3.000 euro
I limiti all’utilizzo del contante sono stati oggetto di numerose variazioni negli ultimi anni. Dai 12.500 si è passati a 5.000 euro nel 2010 e, nel 2011, prima a 2.500 poi a 1.000 euro con il Decreto Salva Italia.
La proposta per un innalzamento della soglia a 3.000 euro allinea il limite italiano alla media europea; peraltro 11 Paesi dell’Unione non hanno alcun limite (art. 65).
Pensioni e invecchiamento attivo
Il regime sperimentale per le donne che intendono lasciare il lavoro con 35 anni di contributi e 57-58 anni di età viene esteso al 2016, anno in cui devono essere maturati i requisiti.
Inoltre, per accompagnare i lavoratori più anziani al pensionamento attivo, è autorizzato il part time senza penalizzazioni sulla pensione, con i contributi figurativi a carico dello Stato. Il datore dovrà corrispondere in busta paga la quota dei contributi riferiti alle ore non prestate, che si trasformeranno in salario netto (art. 24).
Introduzione di una regolamentazione per la gestione degli stati di emergenza e delle connesse esigenze di ricostruzione pubblica e privata. Nei casi di danni al patrimonio privato ed alle attività produttive conseguenti ad uno stato di emergenza dovuto ad eventi calamitosi, è previsto un sostegno mediante concessione di finanziamenti agevolati, assistiti da garanzia dello Stato, verso i privati e le attività economiche e produttive (art. 36).
MISURE CHE RICHIEDONO CORREZIONI NEL PASSAGGIO PARLAMENTARE
Tagliate le risorse per i CAF
Riduzione di 100 milioni di euro per l’anno 2016 e di 100 milioni di euro a decorrere dal 2017 delle dotazioni finanziarie destinate ai compensi spettanti ai centri autorizzati di assistenza fiscale. Di conseguenza, la dotazione per il 2016 sarà pari a 216,9 milioni e, dal 2017, a 227,5 milioni (art. 44, c.3).
Tagliate le risorse per i Patronati
Riduzione degli stanziamenti per il finanziamento dei Patronati di 28 milioni di euro nel 2016, che segue alla decurtazione di 35 milioni già apportata nel 2015 (art. 44, c. 15).
Applicazione TASI su immobili invenduti di imprese edili da parte dei Comuni
Prevista una limitazione per i Comuni nel disporre l’aliquota TASI da applicare sugli immobili invenduti e non locati delle imprese edili (art. 4, c. 4 lett. c).
Rafforzamento dell’acquisizione centralizzata – CONSIP
In materia di riduzione della spesa per l’acquisto di beni e servizi e trasparenza delle procedure, viene ulteriormente ampliata la platea di soggetti pubblici che dovranno utilizzare gli strumenti messi a disposizione da CONSIP, strumenti che potranno avere ad oggetto anche attività di manutenzione qualificabili come lavori pubblici.
Viene, inoltre, introdotto l’obbligo per le PA di predisporre un programma biennale vincolante per gli acquisti di beni e di servizi di importo superiore a 1.000.000 di euro (art. 38).
INTERVENTI MANCANTI PER CUI SI AUSPICA L’INSERIMENTO IN PARLAMENTO
Tassazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata secondo il “criterio di cassa”, per evitare che si paghino imposte su redditi non ancora incassati.
Istituzione dell’ “Imposta sul Reddito delle Imprese” (“IRI”), affinché gli utili non distribuiti dalle imprese personali siano assoggettati alla stessa tassazione prevista per le società di capitali con l’IRES.
Soppressione di reverse charge e split payment, in quanto misure che hanno avuto ripercussioni negative sulla disponibilità finanziaria delle imprese.
Riduzione della ritenuta d’acconto dall’8% al 4%, trattenuta dalle banche, sui bonifici per il pagamento degli interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione degli edifici
Piena deducibilità dell’IMU dal reddito d’impresa e dalla base imponibile IRAP, oggi deducibile del 20 % solo dal reddito d’impresa. Tale misura era già stata prevista dal DL 54/2013 che, nell’ambito della complessiva riforma dell’imposizione sul patrimonio immobiliare, ha disposto espressamente che fosse riconosciuta la totale deducibilità dal reddito d’impresa dell’IMU relativa agli immobili utilizzati per attività produttive.
Esenzione dalla TASI degli immobili invenduti e da IMU e TASI delle aree edificabili di proprietà delle imprese edili
Occorre esentare completamente dalla tassazione comunale (IMU + TASI) sia gli immobili invenduti e non locati sia le aree edificabili di proprietà delle imprese edili.