Protezione del territorio da alluvioni, una mobilità più snella, più facilità nel reperimento della manodopera con un orientamento scolastico [...]
Non è più tempo per “soluzioni parziali” e “rimedi tampone”. Le sfide che deve affrontare l’Italia richiedono scelte “coraggiose e lungimiranti, di grande respiro”. Dal palco dell’assemblea annuale ad Ancona, davanti a una platea di oltre 5mila persone, il presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, lancia un appello al Paese a mobilitarsi per uscire da una stagnazione ormai cronica e ridare fiducia. “Nessuno può stare alla finestra – ha detto Vaccarino – non è concesso in primo luogo alla politica” che non può permettersi il lusso di essere “fragile e incerta, tanto meno litigiosa” ma ha il “dovere inderogabile di esprimere una visione generale che emozioni e mobiliti l’azione”.
Gli artigiani e le piccole imprese faranno la loro parte. Il presidente Vaccarino ha sollecitato l’avvio di un confronto costante e strutturato tra il Governo e le parti sociali “per costruire un progetto di grande qualificazione e crescita dell’Italia. CNA è pronta a dare il suo contributo con tutta l’intelligenza e la passione di cui siamo capaci”. Serve una visione lungimirante e condivisa sul futuro. Uno dei principali snodi è il tema del fisco che “scoraggia il desiderio di intrapresa, imponendole un prelievo prossimo al 60%, che ci obbliga ad anticipare le imposte” che ritarda i rimborsi e limita le compensazioni”.
Occorre una nuova stagione di relazione con il fisco e Vaccarino ha indicato che un fisco “trasparente, ragionevole, equo e semplice crea fedeltà”. Il contrasto all’evasione è “molto importante” ma deve essere un’azione condotta “senza criminalizzare autonomi, artigiani, commercianti e piccola impresa. Siamo stanchi di questo accanimento. Subiamo il discredito gettato da chi opera nell’illegalità e nell’abusivismo, da chi usa la protezione di un lavoro dipendente”. E’ ora della tolleranza zero verso questi abusi e verso chi si avvale di sofisticati meccanismi elusivi, chi mette in atto truffe carosello, chi usa in modo illegittimo compensazioni e crediti fiscali, di chi non ha una sede territoriale stabile e realizza profitti miliardari attraverso una organizzazione digitale. È venuto il momento di far pagare il giusto anche i colossi del web. La web tax serve subito” ha esclamato il presidente della CNA.
Serve una profonda semplificazione del fisco e della burocrazia ma a spaventare artigiani e piccole imprese c’è la mancanza di credito bancario, la difficoltà di incassare in tempi ragionevoli sia da parte del pubblico che dei privati le fatture”.
Nonostante le enormi difficoltà e un contesto sfavorevole, “noi piccoli continuiamo a creare occupazione. Nelle nostre imprese il numero dei dipendenti è aumentato del 15% negli ultimi 5 anni”. E “vorremmo crearne ancora di più” ha sottolineato Vaccarino invocando una semplificazione dei contratti a termine e il ripristino dei voucher.
“Noi piccoli imprenditori – ha aggiunto – abbiamo bisogno di più sostegno nella difesa della nostra autonomia e libertà di impresa, insidiata sia dalle concentrazioni di potere economico, sia dai grandi operatori che condizionano e indirizzano il mercato. Emblematico, al riguardo, è l’articolo 10 del “decreto crescita” e il presidente CNA ha rinnovato l’appello al Governo a cancellare la norma.
Il ruolo prezioso e la vitalità delle piccole imprese trovano conferma nell’innovazione. “Le innovazioni più significative degli ultimi decenni sono state introdotte dalle piccole imprese: artigiani digitali” rivendica il presidente della CNA. “L’Italia possiede i talenti e le intelligenze per concepire nuovi e dirompenti progetti. Ci mancano quegli incubatori, fatti da finanza e ricerca, che forniscano loro ossigeno e nutrimento per venire al mondo”.
Infine il ruolo dei giovani che intraprendono e che esprimono il futuro del Paese. “Vecchie e nuove attività danno vitalità all’imprenditorialità italiana. E muovono l’ascensore sociale. Ogni anno 350 mila giovani, italiani e immigrati, accettano le sfide del mercato e scelgono di diventare imprenditori. È un progetto che non richiede solo coraggio ma competenza e risorse. L’Italia deve avere fiducia in chi ha fiducia nel futuro”.
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