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E’ fine dicembre quando il team di Moima perfeziona l’idea di una piattaforma digitale e di una app che consente di prenotare dallo smartphone prestazioni e servizi rivolti alla comunità offerti dalle aziende artigiane.
Da lì a pochi giorni le autorità cinesi confermeranno di avere identificato un nuovo virus appartenente alla famiglia dei coronavirus. Quello che oggi è chiamato Covid-19.
Moima è un progetto nato nel 2018 dall’incontro di due aziende di consulenza di marketing di Bologna, BIG e M2I, che hanno unito e condiviso know-how ed esperienze per creare una proposta di servizi rivolti alle imprese basati su strategie e modalità innovative di utilizzo delle tecnologie per la gestione del digital marketing.
“Con Maurizio Morini (docente di marketing e fondatore di M2I) ci siamo conosciuti durante un corso sulla nuova imprenditorialità promosso da Cna Bologna”, dice Paolo Lambertini, 41 anni, Socio unico di Big. “E dopo quasi due anni di attività insieme, fornendo consulenza e servizi nell’ambito del marketing digitale alle aziende del territorio, abbiamo avvertito l’esigenza e l’opportunità di sviluppare uno strumento che consentisse di fare un ulteriore passo avanti”.
“Definita l’idea, l’abbiamo proposta a Cna Bologna e quel passo avanti, grazie anche alla visione della Dirigenza di questa organizzazione, si è concretizzato in una nuova piattaforma digitale che sarà pronta ad inizio giugno alla quale potranno iscriversi gratuitamente tutte le imprese associate che offrono servizi o prestazioni rivolte alla comunità”.
Non pensato, inizialmente, come strumento in risposta alla difficile situazione generata dal virus, l’idea imprenditoriale di Moima sembra in grado di integrarsi utilmente per rispondere alle necessità che seguiranno con il graduale riavvio delle diverse attività.
“La piattaforma – prosegue infatti Lambertini – sarà connessa ad una app che consentirà alle persone di cercare il servizio di cui hanno bisogno e prenotarlo con estrema facilità. Grazie alla geolocalizzazione, una volta selezionato, per esempio, l’esercente più vicino a casa, saranno visualizzati i diversi servizi offerti dallo stesso e gli ‘slot’ liberi, giorno per giorno, per prenotarne la fruizione.
Completata l’operazione si riceverà poi, sempre sullo smartphone, la conferma dell’appuntamento da parte dell’esercente”. Appuntamento che, così, potrà svolgersi garantendo più facilmente anche i requisiti di sicurezza in termini di distanziamento.
Per usufruire interamente delle potenzialità offerte dalla piattaforma digitale, agli esercenti interessati sarà richiesto il pagamento di una quota una tantum che dovrebbe essere di 100 euro, come spiega Lambertini.
“E questa è la differenza principale rispetto ad altre piattaforme simili attive, per esempio, nel mondo della ristorazione che invece trattengono una cifra per ogni prenotazione. Ma non l’unica”.
“Questo progetto – aggiunge l’imprenditore – si pone anche obiettivi che vanno oltre il pur prevalente aspetto commerciale che trarrà comunque beneficio anche dalla possibilità, attraverso le prenotazioni, di distribuire e ottimizzare l’organizzazione del lavoro evitando giornata vuote o troppo sature”.
“A seguito del consenso dei clienti per l’utilizzo dei propri dati – prosegue – l’esercente potrà, infatti, creare nel tempo una community alla quale inviare informazioni sulla propria attività. Avviare, insomma, una relazione e un canale di comunicazione”.
E quanto questo sia importante lo si capisce oggi più che mai. “In questi giorni drammatici – riprende Lambertini – le imprese chiuse non avevamo praticamente strumenti per comunicare con i propri clienti. E anche quando si riaprirà, a mio parere, specie per le attività commerciali, sarà molto difficile pensare di tornare, almeno nel breve e medio periodo, alla situazione precedente nella quale si puntava sui clienti ‘di passaggio’ e uno strumento come questo – conclude – potrà rivelarsi utile non solo per sopperire ai minori afflussi ma anche, magari, per avviare una nuova modalità di rapportarsi con la clientela”.