Venerdì 20 mattina, 134 studenti della scuola primaria di Vado, artigiani per un giorno, grazie all'iniziativa “Ti voglio pane”, promossa dalla CNA di Bologna [...]
Dalle stime fatte rispetto all’impatto immediato derivante da quanto previsto dalla Legge di Bilancio, CNA prevede per il 2025 una contrazione sensibile degli interventi di efficientamento energetico e di riqualificazione degli immobili pari a circa il 50% in meno rispetto al periodo 2012 – 2019, quando a trainare erano i bonus minori.
CNA e Nomisma hanno realizzato un’indagine sul tema della riqualificazione degli edifici dalla quale emergono in maniera inequivocabile le pesanti ricadute economiche, occupazionali e ambientali che deriverebbero dal drastico ridimensionamento dei bonus previsto già a partire da gennaio 2025 e, soprattutto, per gli anni successivi.
La norma prevede infatti la riduzione dell’aliquota al 36% per il 2025 e al 30% per gli anni 2026-2027; viene prevista una aliquota di maggior favore (50% per il solo 2025 e 36% per gli anni 2026-2027) nei soli interventi relativi alle abitazioni principali. Tali percentuali però saranno nei fatti in molti casi ridimensionate, poiché sono soggette a tetti massimi alle detrazioni per fasce di reddito e composizione del nucleo familiare previsti dalla medesima Legge di Bilancio, determinando ulteriori ridimensionamenti “di fatto” alle percentuali di incentivazione rispetto ai valori sopra richiamati.
L’indagine realizzata con Nomisma evidenzia una accresciuta sensibilità delle famiglie verso gli interventi di efficientamento energetico e di riqualificazione degli immobili; si tratta di una domanda potenziale cresciuta nel tempo proprio grazie al ruolo giocato dai bonus e dimostrata dall’elevato numero di famiglie orientate a realizzare interventi nei prossimi tre anni.
Lo scenario che emerge dall’indagine dà un quadro estremamente preoccupante per il futuro, già per il 2025 ma soprattutto nel post-2025.
L’eliminazione di percentuali di favore per gli interventi connessi all’efficienza e la messa in sicurezza sismica di fatto farà disperdere gli sforzi compiuti per spingere verso queste due esigenze strategiche.
Si ritiene, quindi, che un assetto di bonus con percentuali tra il 50 (ristrutturazioni) e il 65% (efficientamento), dovrebbe essere mantenuto per almeno un triennio rispetto alla necessità di non interrompere il percorso di riqualificazione. In questo contesto, tenuto conto dei ritardi delle opere di messa in sicurezza, anche il sismabonus dovrebbe mantenere le percentuali ad oggi vigenti.
Rispetto, quindi, a quanto contenuto nella Legge di Bilancio, i correttivi che CNA ha chiesto di adottare sono i seguenti:
- confermare, almeno su base triennale, le attuali aliquote di detrazione (50% e 65%) in caso di interventi sulle abitazioni principali e sui condomini, senza applicare alcun tetto alle detrazioni in funzione del livello di reddito e nucleo familiare
- prevedere strumenti finanziari a sostegno dell’investimento iniziale, in assenza di sconto in fattura e cessione del credito
Al di là di queste ipotesi immediate, è ormai improcrastinabile procedere ad un riordino del sistema delle detrazioni fiscali attraverso un approccio più organico, volto in particolare a dare stabilità al mercato sia rispetto all’orizzonte temporale dei benefici fiscali che rispetto ai criteri che devono presiedere ai benefici stessi.
Si è chiesto, quindi, con urgenza l’avvio di un tavolo di confronto che possa traghettare il paese in una strategia di ristrutturazione chiara e coerente con le prospettive di recepimento della direttiva casa, definendo un programma di medio-lungo termine per dare stabilità al mercato e certezze sui conti pubblici.