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DA “L’IMPRESA FA NOTIZIA”
SPECIALE AGROALIMENTARE
Il Resto del Carlino – 18 APRILE 2019
Simone Franceschini rappresenta la terza generazione dell’omonimo Salumificio, in Valsamoggia; assieme ai cugini e al padre Giulio, manda avanti la tradizione iniziata 55 anni fa dal nonno e suo fratello. «Siamo un salumificio artigianale di famiglia», chiarisce.
Franceschini, quali sono i vostri prodotti di punta?
«Certamente il salame, poi tutti i prodotti tipici della zona: coppa di testa, pancetta, cotechino, zamponi… E dall’anno scorso c’è una novità: abbiamo iniziato a produrre la mortadella ‘Opera’ e il salame rosa».
È un periodo in cui di mortadella ‘tradizionale’ si parla molto…
«Il progetto è nato quattro anni fa, ma siccome la produzione di mortadella in salumeria è tra le più difficili, solo l’anno scorso siamo approdati finalmente a un prodotto che riteniamo in linea con la qualità degli altri che proponiamo. Noi utilizziamo solo carne di suini nati e allevati in Italia, lavoriamo tutto a mano, con budelli naturali».
Una lavorazione artigianale.
«Sì, anche se ‘organizzata’. Dedichiamo al nostro lavoro un’attenzione ormai difficile da trovare. Per esempio, nonostante ormai sia tutto automatizzato, controlliamo ogni giorno di persona le celle di asciugatura e stagionatura, un controllo fondamentale per la stagionatura del prodotto in modo artigianale».
Il vostro cliente tipo?
«Un mercato di fascia medio-alta, che riconosce la qualità dei nostri prodotti. Non serviamo la grande distribuzione, ma salumerie, gastronomie, enoteche e ristoranti».