"Tari, diamoci un taglio”. Parte la campagna Cna

Per lo smaltimento dei rifiuti molte aziende pagano due volte: prima dovendosi rivolgere ad aziende specializzate, poi pagando ugualmente la Tari, la tassa sui rifiuti.

La Tari dovrebbe corrispondere ad un servizio: la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Nella pratica invece per le imprese rappresenta una patrimoniale: i Comuni per calcolarla si basano sulla superficie dell’immobile suscettibile di produrre rifiuti, senza tenere conto della quantità di rifiuti urbani che una impresa produce realmente.
Ma soprattutto senza considerare, se non solo in parte con un meccanismo di detassazione, i rifiuti speciali che le aziende producono e che per legge devono smaltire in modo autonomo, sostenendo i costi di raccolta e smaltimento affidati ad aziende specializzate. Costi di smaltimento che per un’impresa possono superare i 10.000 euro all’anno. Costi ai quali vanno poi aggiunti quelli della Tari.

Sono circa 30.000 le imprese nell’area metropolitana di Bologna che subiscono questa sorte, in pratica un terzo delle aziende in attività, soprattutto quelle dei settori della produzione (meccanica, chimica, plastica), le officine di autoriparazione, le imprese dell’alimentare e molte altre.
Per valutare l’impatto della Tari, Cna ha analizzato alcuni dati campione: nel Comune di Bologna un’officina di autoriparazione di 1.100 metri quadrati di cui 1.000 di area lavorazione oggi paga 2.982 euro all’anno di Tari, ma con una detassazione totale dell’area di lavorazione ne pagherebbe 2.685 euro in meno. Sempre a Bologna un laboratorio artigianale di produzione meccanica di 1.600 metri quadri di cui 1.400 area lavorazione, oggi paga 5.168 euro all’anno di Tari, con la detassazione totale dell’area di lavorazione ne pagherebbe 4.174 euro in meno.

Cna Bologna da tempo sostiene che la modalità con cui si calcola la Tari è assolutamente penalizzante per le imprese bolognesi, per questo motivo l’associazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese lancia la campagna “Tari, diamoci un taglio”. In sostanza Cna incontrerà ogni singolo Comune dell’area metropolitana bolognese affinché applichi la quota massima di detassazione Tari per le imprese del suo territorio. Rendendo poi noti i risultati ottenuti e indicando pubblicamente quali sono i Comuni più virtuosi nei confronti delle imprese.
Purtroppo non esiste un meccanismo uguale per tutti i Comuni nell’applicazione della Tari e nella detassazione per le imprese, ogni Comune ha regole diverse. Cna quindi chiede alla Città metropolitana una omogeneizzazione di tutti i regolamenti comunali in questa come in altre materie.

Per agevolare le imprese, Cna realizzerà una “Consulenza Tari”: le aziende rivolgendosi a Cna potranno da un lato analizzare come viene calcolata la Tari nei loro confronti e poi insieme a Cna richiedere al proprio Comune di ottenere il massimo della detassazione e delle agevolazioni consentite.

Quando venne istituita la Tari nel 2013, venne stabilito un principio normativo di carattere generale secondo il quale per determinare la superficie su cui calcolare la tassa non andavano considerate le superfici dove si formano, in modo continuativo e prevalente (rispetto agli urbani) rifiuti speciali che, a norma di legge, l’azienda deve smaltire a sue spese. La norma insomma voleva evitare una duplicazione dei costi per le imprese esonerando dal calcolo della tassa rifiuti quelle aree dove si formano rifiuti speciali per i quali l’impresa già sostiene da sé i costi di raccolta e smaltimento, affidando tali servizi ad aziende specializzate. Un principio che è stato ribadito sia dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (risoluzione n.2//DF del 9/12/2014) che da una recente sentenza della Cassazione (n. 9858 del Maggio 2016).

Peccato che i Comuni tengano conto solo in parte di questo principio e ne applichino generalmente un altro, previsto dalla legge solo quando è difficile individuare lo spazio dove si producono prevalentemente i rifiuti speciali. In questi casi sulle aree produttive delle imprese non viene applicata una detassazione del 100%, ma si applica una riduzione in percentuale diversa per settore di attività (variabile generalmente tra il 20% e il 50%) dell’area di lavorazione. Tale percentuale non solo è diversa da Comune a Comune per la stessa attività ma in taluni regolamenti viene applicata alla sola area di lavorazione e in altri all’intera area dell’immobile.

Insomma non solo le aziende pagano due volte lo smaltimento dei rifiuti, ma finiscono in un ginepraio di regole diverse per territorio, per cui succede che imprese che svolgono la medesima attività all’interno di un immobile delle stesse dimensioni e con le stesse destinazioni delle aree, sono soggetti ad un livello di tassazione sui rifiuti diverso a seconda del Comune in cui è situato l’immobile.
Una situazione denunciata da tempo da Cna che ora ha deciso di svolgere un’azione incisiva nei confronti dei Comuni. Cna li incontrerà uno ad uno al fine di verificare che lo spirito della legge nazionale che ha istituito la Tari sia recepito correttamente nei regolamenti comunali.

Cna si metterà anche a disposizione delle aziende bolognesi con una “Consulenza Tari” ad hoc che consenta alle imprese di raggiungere un duplice obiettivo: da un lato verificare se la cartella Tari corrisponde a quanto in effetti l’azienda dovrebbe pagare, dall’altro di ottenere le detassazioni e le agevolazioni di cui avrebbe diritto con una richiesta diretta al Comune.

In sostanza Cna per conto dell’azienda effettuerà una verifica della metratura dell’immobile e della destinazione dei suoi spazi (uffici, mense, servizi, magazzini, aree lavorazioni, aree esterne ecc.); verificherà la tipologia dei rifiuti prodotti (rifiuti urbani, speciali assimilati agli urbani, speciali non assimilati agli urbani); verificherà come è stato applicato il regolamento comunale Tari all’azienda (aliquote, esenzioni, detassazione, agevolazioni per avvio al recupero). E affiancherà l’azienda nella richiesta al Comune di ottenere le agevolazioni e le detassazioni Tari che gli spettano.

Le aziende interessate a questa consulenza possono rivolgersi agli uffici territoriali di Cna oppure scrivere a politichefiscali@bo.cna.it

Alcuni esempi di Tari se portata a detassazione totale

1) Autoriparazione auto: immobile di 1.100 metri quadrati di cui 1.000 area lavorazione
Comune di Bologna
-       Detassazione forfettaria area di lavorazione: 50%
-       Tari 2016 con detassazione forfettaria area di lavorazione: 2.982 euro
-       Se la detassazione fosse totale la Tari ammonterebbe a: 497 euro
-       Risparmio con detassazione totale area di lavorazione: 2.485 euro

Altri Comuni dell’area metropolitana
Applicando alcuni regolamenti Tari di altri comuni della provincia di Bologna all’ipotesi precedente risultano livelli di tassazione diversi (in alcuni casi superiori ai 3.000 € e in altri inferiori ai 2.000 €) dovute a percentuali di detassazione e aliquote diverse. Conseguentemente anche i risparmi che si possono ottenere con la detassazione totale dell’area di lavorazione variano da circa 1.600 a circa 2.600 euro.

2) Laboratorio artigianale produzione meccanica immobile di 1.600 metri quadrati di cui 1.400 area lavorazione
Comune di Bologna
-       Detassazione forfettaria area di lavorazione: 40%
-       Tari 2016 con detassazione forfettaria area di lavorazione: 5.168 euro
-       Se la detassazione fosse totale la Tari ammonterebbe a: 994 euro
-       Risparmio con detassazione totale area di lavorazione: 4.174 euro

Altri Comuni dell’area metropolitana
-       Applicando alcuni regolamenti Tari di altri Comuni della provincia di Bologna all’ipotesi precedente risultano livelli di tassazione diversi (in alcuni casi anche inferiori di 2.000 €) dovute a percentuali di detassazione e aliquote diverse. Conseguentemente anche i risparmi che si possono ottenere con la detassazione totale dell’area di lavorazione variano da circa 3.700 a circa 2.300 euro.


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