Batte forte il cuore di CNA Bologna in favore degli alluvionati [...]
Gran parte delle aree artigianali e industriali sono state realizzate negli anni ’70-’80 e quindi oggi i fabbricati di queste zone hanno un’età attorno ai 50 anni. Fino al 1992 (anno in cui in Italia ne è stato vietato l’utilizzo) l’eternit, o cemento-amianto, era un materiale edilizio di larga applicazione e molto diffuso per la realizzazione delle coperture dei capannoni artigianali e industriali. Il divieto di impiego dell’amianto è legato alla pericolosità delle fibre del materiale che, se inalate, possono portare a malattie tumorali. Le dispersione di fibre di amianto da materiali compatti come l’eternit è dovuta al degrado del materiale. Coperture in eternit che hanno circa 50 anni e che per tutta la loro vita sono state sottoposte alle intemperie senza alcun tipo di manutenzione si trovano oggi prevalentemente in uno stato cui è associato un non trascurabile rischio di rilascio di fibre di amianto. Da qui la necessità di bonificare, per salvaguardare la salute di chi vive i luoghi di lavoro e quelli circostanti i capannoni con presenza di tetti realizzati con materiale contenente amianto.
La normativa prevede diverse modalità di intervento, di costi ed efficacia differenti:
- L’incapsulamento delle fibre in amianto, ottenuto mediante l’applicazione di prodotti appositi che penetrano nel cemento-amianto e ne aumentano la compattezza. Si tratta di una soluzione “a tempo determinato” poiché l’effetto dei prodotti applicati sulla superficie di eternit svanisce nel tempo, a causa delle sollecitazioni dei fenomeni atmosferici, riportando a galla il problema;
- Il confinamento ottenuto posizionando una nuova copertura al di sopra di quella in cemento-amianto, precedentemente incapsulata. La durata di questo tipo di soluzione è superiore al semplice incapsulamento ma il problema amianto è comunque sempre presente e occorre tenere periodicamente sotto controllo lo stato di conservazione del materiale;
- La rimozione, unica soluzione definitiva con cui si smantella la copertura esistente contenente amianto e si provvede a ricostruirne una nuova con materiali non pericolosi.
La bonifica realizzata mediante rimozione del manufatto in amianto diventa occasione non solo per tutelare la salute di chi opera all’interno dell’edifico, ma anche per ridurre i consumi energetici aziendali attraverso l’isolamento della copertura e per valorizzare il fabbricato, realizzando una superficie idonea ad ospitare impianti tecnologici, come sistemi fotovoltaici per l’autoproduzione dell’elettricità necessaria alle attività aziendali.
Per sostenere gli investimenti di bonifica dell’amianto, ai benefici economici che si ottengono con il risparmio energetico si aggiungono varie misure di aiuto pubblico, come i contributi del Bando Isi Inail, le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici o altre forme di incentivo periodicamente proposte a livello regionale o statale.
Diverse imprese bolognesi hanno già approfittato di queste opportunità per eliminare il “problema amianto”, come la ditta Block Stamp S.n.c. di Ozzano Emilia che ha coinvolto gli operatori del Club Eccellenza Energetica di CNA Bologna per gestire la bonifica della vecchia copertura in lastre di eternit, in logica “Green”. La rimozione e il rifacimento della copertura è stata affidata alla ditta ECOVERS S.r.l. di San Giovanni in Persiceto Bologna, azienda del Club Eccellenza Energetica abilitata e regolarmente iscritta all’Albo Smaltitori Cat. 10B.
L’intervento effettuato ha permesso di rimuovere 750 mq di lastre in cemento amianto, installare un nuovo pacchetto di copertura dotato di isolamento termico e installare moduli fotovoltaici per produrre molta dell’energia richiesta dalle lavorazioni meccaniche svolte da Block Stamp (vedi foto della fase di rifacimento della copertura e del lavoro terminato, con pannelli fotovoltaici posati).
Il miglioramento energetico della copertura porterà a risparmi attesi di oltre il 40% per l’energia primaria impiegata per il riscaldamento e di oltre il 50% sui consumi elettrici generati dall’impianto di climatizzazione.