Rete Imprese Italia: il Sistri va abrogato
mar 23 apr 2013Rete Imprese Italia: «Il Decreto sul Sistri va ritirato e abrogato immediatamente»
E’ sconcertante la decisione del Ministro Clini di riavviare il Sistri nonostante tutte le criticità sul sistema di tracciabilità dei rifiuti più volte evidenziate dalle imprese. Una decisione che non tiene minimamente conto delle gravi difficoltà che in questa fase di dura e profonda recessione stanno attraversando le Pmi, in particolare del terziario di mercato e dell’artigianato, ormai ridotte allo stremo: è la posizione di Rete Imprese Italia (Cna, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, Casartigiani) sulla firma e la pubblicazione in Gazzetta di un decreto del Ministro dell’Ambiente, con il quale si dispone il riavvio del sistema di tracciabilità dei rifiuti (Sistri).
«La crisi economica e finanziaria che stiamo attraversando - sottolinea il presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Mario Monti, ai ministri dello sviluppo economico e dell’ambiente, Corrado Passera e Corrado Clini, e al Garante delle Pmi, Giuseppe Tripoli - richiederebbe prioritariamente di indirizzare gli sforzi del Governo verso misure e provvedimenti capaci di far ripartire l’economia e non verso atti capaci solo di penalizzare ancora di più le imprese che faticosamente stanno cercando di mantenersi in vita garantendo milioni di posti di lavoro». «Nonostante R.E TE. Imprese Italia abbia ripetutamente evidenziato le problematiche derivanti dalle disposizioni contenute nel decreto – continua Sangalli - nulla risulta essere cambiato. La decisione appare, pertanto, in netto contrasto con quanto riscontrato dalle imprese fino ad oggi e ben evidenziato nella relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nonché clamorosamente certificato dalle ultime indagini della magistratura». «Per la sopravvivenza del sistema economico e produttivo del Paese – conclude Sangalli - Rete Imprese Italia ritiene dunque indispensabile un intervento diretto del presidente del Consiglio affinché sia immediatamente ritirato e abrogato il decreto e, contestualmente, sia prorogato l’attuale periodo di sospensione del sistema e relativi contributi. Inoltre, il riavvio di questo strumento dovrà necessariamente essere subordinato alla formulazione di un nuovo sistema di tracciabilità di semplice utilizzo, efficace per il reale contrasto alle ecomafie, di vantaggio per le imprese, fondato su criteri di trasparenza ed efficienza».
Dopo la risposta del Ministro Clini (“incomprensibile la protesta di Rete Imprese Italia contro il decreto, frutto di una lunga consultazione con le imprese per l’applicazione efficace della normativa”), pronta è stata la replica di Rete Imprese italia: “Di incomprensibile in questa vicenda c’è solo l’atteggiamento del Ministro dell’Ambiente. Non abbiamo mai messo in discussione l’utilità e la necessità della tracciabilità sui rifiuti, e siamo i primi a sostenere e comprendere l’importanza dei controlli in quest’ambito per contrastare le ecomafie e la criminalità organizzata. Quello che, però, contestiamo al Ministro Clini è la complessità del Sistri e le pesanti ricadute per le imprese. Per questo ne sosteniamo l’abrogazione e, al tempo stesso, chiediamo invano da due anni, prima al Ministro Prestigiacomo e poi al Ministro Clini, la riprogettazione di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che risponda a criteri di efficienza, trasparenza, economicità e semplicità. Basterebbe semplicemente guardare ad altri Paesi europei per trovare le adeguate soluzioni”. “Pertanto, riteniamo che il tenore e le parole del Ministro dell’Ambiente nei nostri confronti non solo siano irricevibili e inconciliabili con il ruolo istituzionale ricoperto, ma costituiscano un vero e proprio insulto alla parte più vitale del mondo produttivo che noi rappresentiamo. E per questo, invitiamo il Ministro Clini, sempre sensibile alle richieste della grande industria, a prestare maggiore cautela, ascolto e attenzione alle richieste delle PMI, che stanno vivendo sulla propria pelle una crisi profonda senza averne colpe”.