“Deduzioni forfetarie ai trasportatori, ancora troppi ritardi”

“Deduzioni forfetarie ai trasportatori, ancora troppi ritardi”

“La Cna Fita dell’Emilia Romagna, l’associazione che raggruppa oltre 7000 imprese di trasporto merci e persone, esprime preoccupazione per i ritardi e sollecita interventi rapidi e decisivi per la definizione degli strumenti attuativi indispensabili  per rendere disponibili le risorse destinate al Trasporto con la Legge di Stabilità 2016”.

Questo il segnale chiaro e preciso che Pierangelo Cecchini - Presidente regionale pro-tempore della Cna Fita Emilia Romagna - intende lanciare chiedendo ai Ministeri competenti di andare verso una rapida definizione degli strumenti attuativi della Legge di Stabilità.

“Dopo oltre due mesi dall’approvazione della Legge di Stabilità – spiega Cecchini - ancora oggi  non sono state rese note le modalità di utilizzo di risorse importanti per la categoria. Mi riferisco alle deduzioni forfetarie riservate ai trasportatori, vicenda sulla quale già l’anno scorso si sono manifestate numerose tensioni a causa dei ritardi con cui l’Agenzia delle Entrate ha reso noti gli importi da mettere in deduzione. Non vorremmo essere costretti a ripetere anche quest’anno quella negativa esperienza. Molte imprese, a bilanci già chiusi, furono costrette ad attendere fino ai primi di agosto per conoscere gli importi delle proprie deduzioni”.

“Sugli incentivi per gli investimenti in nuovi veicoli  - prosegue Cecchini - non sono poi chiari i meccanismi attraverso i quali le imprese che intendono cambiare il proprio mezzo potranno usufruire degli incentivi riservati a chi intende acquistare un veicolo di nuova generazione, più sicuro e meno inquinante”.

“A mio parere – conclude Cecchini - se si vogliono conseguire risultati attesi, sicuramente condivisibili, come la maggiore sicurezza ed il minore inquinamento, e nel contempo non penalizzare la categoria, bisogna collegare direttamente i risparmi realizzati con l’esclusione dal diritto al rimborso delle Accise sul gasolio sui veicoli euro 1 ed euro 2, riservando la misura incentivante a quei soggetti che, essendo titolari di veicoli inferiori ad euro 3, decidono di acquistare veicoli nuovi e meno inquinanti. Attualmente questo collegamento non esiste e si rischia solo di penalizzare una fascia di imprese che ha già scontato pesantemente gli effetti di una crisi che dura da oramai oltre sette anni”.