A Milano il 14 gennaio 2013 si è discusso di

A Milano il 14 gennaio 2013 si è discusso di "Affitto di Poltrona" in

Il Seminario fà il punto della situazione, ma sono ancora di là dall’essere risolte le problematiche relative all’inquadramento fiscale dell’ipotetica “Poltrona in affitto”, e nulla si è mosso sul fronte della regolamentazione  Inail, Inps, Camere di Commercio,  Istituzioni e regolamenti locali.

Si definisce “affitto di poltrona” l’ipotesi di rendere possibile ai Titolari dei saloni di Acconciatura e di Estetica affittare una parte del proprio Salone ad un altro Collega, un’ipotesi tesa a diminuire per l’Imprenditore le proprie spese fisse per condividerle con un altro Collega con cui, comunque, non sussisterebbe alcun legame societario;

Questa proposta,  mutuata dal sistema americano dove molte piccole imprese pare condividano i medesimi locali e servizi, non è assolutamente ricompresa nella normativa italiana, ne europea, dove invece  vige il divieto  della presenza di due imprese diverse nella medesima sede.

Inoltre, se a prima vista questa ipotesi può sembrare un’ottimo modo per ridurre le spese di gestione, nessuno ha ancora sviluppato un ragionamento su quali impatti e prospettive questo strumento avrebbe sul futuro sviluppo del settore e nemmeno nel corso del seminario è emerso questo aspetto della questione; peccato perché quando si chiede di cambiare una normativa, una regola, una legge, è indispensabile avere analizzato a monte tutti gli aspetti della questione, avere chiaro quali influssi positivi e negativi, e quali rischi e opportunità vada ad innescare la modifica che si vuole proporre.

Circa l’ipotesi di una norma che consenta l’affitto di poltrona si è evidenziato come aspetti benefici la riduzione delle spese generali per le Imprese in crisi e  la riduzione del personale,  ma non è stato esaminato ad esempio quale sarebbe l’impatto per il settore,  il suo futuro sviluppo, la qualità delle Imprese, la loro dimensione, le prestazioni e il tipo di accoglienza, nonchè le garanzie per l’utente, lo sviluppo della professionalità, il livello di qualità e creatività che finora ha contraddistinto l’imprenditoria italiana in questi importanti settori del Made in Italy.

Pare una proposta al ribasso là dove invece,un’analisi attenta delle prospettive,  evidenzierebbe  come vincenti strategie rivolte verso la creazione di reti d’impresa, aggregazioni per gli acquisti colletivi, per la formazione e l’aggiornamento professionale, per la messa a punto di diverse e nuove modalità di erogazione dei servizi.

Il Seminario  ha fatto il punto della situazione, ed emerge che sono ancora di là dall’essere risolte le problematiche relative all’inquadramento fiscale dell’ancora ipotetica “Poltrona in affitto”,  mentre nulla si è fatto sul fronte della regolamentazione  Inail, Inps, Camere di Commercio,  Istituzioni e regolamenti locali.

 

Fisco:

Le strade sarebbero quelle dell’affitto di ramo d'azienda o dell’affitto di beni strumentali patrimoniali a seconda dei casi, con privilegio del secondo caso. L’affitto di postazione da lavoro potrebbe essere comprensivo, forfettariamente, delle utenze e dei servizi con o senza cessione di materiali.
Nel contratto che si stipulerebbe si dovrebbero prevedere anche regole comportamentali; i registratori di cassa, ovviamente, dovranno essere diversi per le due aziende, qualificate come impresa cedente in uso ed impresa utilizzatrice. Bisogna considerare, però, che per gli studi di settore non è possibile prevedere consumi forfetari perché vanno indicati i costi analitici. Se ci sarà una numerosità adeguata per tali contratti si potrà fare un cluster specifico di chi cede e/o affitta e, così sarà più facile far comprendere la situazione del magazzino comune.
Al momento le risposte dell'Agenzia delle entrate sono comunque soltanto confidenziali ed a parole senza alcunché di scritto ed utilizzabile.

I ricavi relativi all'affitto al momento dovrebbero essere contabilizzati come ricavi ordinari dell'attività nello studio di settore, non essendo previste altre soluzioni.

Nel caso di violazioni e chiusura dell'attività di uno dei due si avrebbe la chiusura per entrambi, per cui bisogna regolare tale ipotesi nel contratto per evitare ripercussioni anche su chi non commette infrazioni, prevedendo, magari, rivalse.

 

Sicurezza, previdenza, ecc.:

Su come andrebbe applicato il Decreto 81/2008 e su chi risponde della sicurezza ed in quali termini, nulla è dato sapere; chi risponde degli impianti? Il cedente? Entrambi? Chi ha l’obbligo della manutenzione? Il cedente? Entrambi? Come si ricalcolano gli spazi e gli aspetti ergonomici?
Chi ci ha provato in giro per l’Italia ha scoperto che le CCIAA e l'INPS in genere, impediscono lo sviluppo di due imprese artigiane in una stessa sede e dicono di no all'ipotesi.

Se si affitta la poltrona, inoltre, si dovrebbe anche modificare l'oggetto sociale della cedente, ed aggiungere il relativo codice ATECO,  se esiste, concernente l’attività di locazione di beni strumentali.
Sul fronte della vendita di prodotti dalla cedente a chi affitta, invece, ci vorrebbe una licenza specifica che è diversa dalla vendita di prodotti alla clientela.

Naturalmente, se il locale è in affitto, prima di affittare la poltrona è necessario verificare se il proprietario consente la sublocazione e se non ci fossero condizioni ostative da parte di altri soggetti (condominio ad esempio).

Infine va considerata tutta la problematica di chi affittasse la poltrona e mandasse un dipendente ad esercitare su questa perché ci sarebbero tutti le problematiche di cui al decreto 81/2008, quali: come potrebbe, il titolare, governare il dipendente? Come posso gestire un distacco di personale presso altra azienda? Chi sarebbe il responsabile della sicurezza presso la poltrona affittata? Come farebbe, inoltre, il titolare, a gestire la sorveglianza sugli ambienti di lavoro? Il concedente deve fornire la propria analisi di rischio all'affittuario e questo deve considerarla nell'effettuare la propria e se non è d'accordo su alcune valutazioni?

In termini di regolamenti comunali andrebbero anche verificate le possibilità di mettere una insegna dell'affittuario; come si farebbe con le dimensioni? Si dovrà restringere il cedente?

 

Contratto di lavoro:

Si ricorda infine che l’accordo in sede sindacale  prevede una sola poltrona in affitto se il cedente ha fino a tre dipendenti; che non sia possibile affittare a chi è stato dipendente entro gli ultimi 5 anni così come non è possibile cedere in affitto se ho licenziato negli ultimi 24mesi.

Pertanto, tutte le perplessità del caso restano ancora in piedi unitamente alle incognite operative e di mercato quali ad esempio: di chi sarebbe il cliente che entra nell’esercizio? Uno a me ed uno a te? Si andrebbe in base alle poltrone utilizzate? Come ci si deve regolare nel caso i due facessero tariffe diverse? E ancora molte restano le domande ….

Il seminario non ha potuto evidenziare null’altro e pertanto, la nostra posizione a tutela delle nostre Imprese continua ad essere quella della impraticabilità di operazioni 


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