Benessere e Sanità: il divieto di spostamenti tra Comuni è deleterio

Benessere e Sanità: il divieto di spostamenti tra Comuni è deleterio

Con l’Emilia-Romagna in zona arancione, resta esclusa la possibilità degli spostamenti intercomunali per i servizi alla persona, a meno che nel territorio comunale non sia registrata l’assenza di tali attività. Un divieto che, tranne la breve parentesi con i giorni di zona gialla “rafforzata” durante le festività, dura ormai dallo scorso 15 novembre e che sta mettendo a dura prova la tenuta dei saloni di acconciatura, centri estetici e studi di tatuaggio e piercing.

 

“Questi operatori, pur rimanendo aperti, vedono il proprio giro d’affari di gran lunga ridimensionato, con gravi ripercussioni sul fatturato - commenta Giovanna Cacciatori, Presidente Cna Unione Benessere e Sanità Bologna -. Non dobbiamo dimenticare che queste imprese applicano ferrei protocolli di sicurezza, ricevono su appuntamento la propria clientela garantendo il contingentamento dei flussi e hanno fatto della personalizzazione del servizio il loro punto di forza. Spesso la fidelizzazione della clientela è dovuta anche alla percezione di quanto scrupolosamente sia applicato il protocollo dal proprio acconciatore, estetista, tatuatore di fiducia, e diventa un motivo in più per volerlo frequentare”.

 

“Ancora incomprensibile - prosegue Giovanna Cacciatori - è la chiusura dei centri estetici nelle zone rosse, che li penalizza ulteriormente. Numerosi sono stati gli appelli per utilizzare i servizi alla persona di vicinato all’interno del proprio comune, ma queste attività da sempre hanno la particolarità di basarsi su un legame di fiducia molto forte e irrinunciabile. Chiediamo a gran voce che siano permessi gli spostamenti per recarsi dal proprio parrucchiere, estetista o tatuatore di fiducia, almeno nell’ambito della propria provincia”.

 

“Aspetto non secondario, - conclude Giovanna Cacciatori - alla pesante contrazione dei consumi e all’impossibilità di fare affidamento sulla loro clientela abituale, queste attività sono anche escluse dai ristori previsti dai decreti nazionali, perché sulla carta possiamo svolgere la nostra attività. Un paradosso letale per le imprese”.