Cinema, l’industria italiana si appella al Governo

Cinema, l’industria italiana si appella al Governo

Siamo un’industria che produce film, serie, documentari, animazione: opere che concorrono a costruire e definire un’identità e un immaginario culturale del Paese, nelle quali ci si possa riconoscere non solo come individui ma come collettività, e che contribuiscono a esportare l’immagine dell’Italia nel mondo.
Oggi quest’industria si sta fermando.

Il primo trimestre 2024 ha registrato un arresto brusco della produzione cinematografica e audiovisiva, dovuto all’incertezza e al protrarsi del ritardo nell’attuazione delle misure di sostegno pubblico al settore.
Da una situazione di piena occupazione e forte crescita in tutti i segmenti della filiera, siamo oggi di fronte a una vera e propria emergenza con molte produzioni rinviate o cancellate.
I sindacati indicano che i livelli occupazionali stanno precipitando, con molti lavoratori costretti a ricorrere alla indennità di disoccupazione (Naspi) e molti teatri di posa vuoti se non per qualche produzione straniera.

La filiera cinematografica e audiovisiva italiana è composta da oltre 9mila imprese, e negli ultimi anni ha generato un’occupazione diretta di oltre 65mila persone, e 114mila occupati nelle filiere connesse. In Europa siamo il quarto mercato di riferimento, il terzo per produttività dopo Germania e Francia. Si tratta di un settore dinamico con elevata occupazione giovanile e femminile e con competenze digitali e linguistiche avanzate, che produce effetti economici e occupazionali importanti e qualificati, con un moltiplicatore industriale stimato in 3,5 (fonte Cassa Depositi e Prestiti).

Le fruizioni di film e audiovisivo sono diventate un potente volano del turismo giovanile e digitale (fonte CeRTA Università Cattolica); Federturismo Confindustria riporta in quasi 600 milioni di euro il valore lasciato sui territori dal cineturismo nazionale e internazionale (fonte Jfc). Le coproduzioni internazionali sono cresciute ed è in aumento il numero di Paesi coinvolti (+51% nel triennio 2020-2022), mentre il valore dell’export si è moltiplicato per 3 (fonte eMedia per Anica e Apa). La quota Italia al box office 2023 è stata del 24%, seconda in Europa solo a quella della Francia; tutti i Festival internazionali maggiori hanno visto l’aumento nelle selezioni ufficiali del numero di titoli italiani; l’Italia ha visto nominato in cinquina agli Academy Awards un proprio film, ultimo di una lunga serie di candidature che fanno dell’Italia il paese che ha vinto il maggior numero di statuette nella categoria miglior film straniero (14) oltre alle decine di riconoscimenti in altre categorie.

Il settore della produzione indipendente italiana ha svolto da sempre il ruolo cruciale e strategico di incubatore di talenti e luogo di formazione. I grandi nomi del cinema italiano, riconosciuti in tutto il mondo, sono nati grazie alla produzione indipendente, all’investimento nello sviluppo, nella ricerca, nelle opere prime e seconde, loro quasi esclusivo appannaggio, investimento di cui beneficia tutta l’industria.

Siamo i rappresentanti di tutti i comparti che compongono questa industria, stiamo parlando con una voce sola, e chiediamo di rafforzare il dialogo con il Governo, che ci ha saputo ascoltare ed è intervenuto a difesa degli investimenti nel cinema indipendente italiano nella recente revisione del TUSMA (Testo Unico sui Media).
In occasione della conferenza stampa, alla quale interverranno produttori/trici, attori/trici, registi/e, sceneggiatori/trici, tecnici e maestranze, presenteremo molte e diversificate proposte per una rapida e condivisa ripresa di tutto il comparto.

Appuntamento venerdì 5 aprile alle ore 10.30 al Cinema Adriano di Roma.

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