Nei giorni scorsi ENEA ha presentato il Rapporto annuale sull’efficienza energetica e il Rapporto sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente.

Il Rapporto annuale sull’efficienza energetica descrive un paese che ha già raggiunto il 52% dell’obiettivo di efficienza energetica, ma che ha ancora un lungo ed impegnativo percorso verso l’obiettivo del 2020. Se da una parte sono buoni i risultati del settore industriale e di quello residenziale (che ha già raggiunto l’obiettivo fissato per il settore al 2020, principalmente grazie all’ecobonus), emerge il ritardo della P.A. nel processo di efficientamento dei propri edifici.

La strada è ancora in salita per le PMI, che stentano a colmare il divario a causa – dice l’ENEA – della scarsa presenza di competenze interne in grado di indirizzare le imprese verso adeguati interventi di efficienza energetica. CNA non condivide tale visione: non si ravvisano criticità rispetto alla presenza di adeguati livelli di competenze in grado di accompagnare le micro, piccole e medie imprese in un percorso virtuoso di efficientamento; piuttosto, ciò che manca è un set di misure dedicate e proporzionate alle caratteristiche specifiche delle imprese più piccole.

Il Rapporto sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio illustra gli investimenti stimolati dall’ecobonus. Secondo i dati, il 40% del risparmio energetico eseguito in Italia con l’ecobonus è stato conseguito dalla sostituzione dei serramenti

Gli interventi equivalgono a un risparmio medio annuo del 15% sul totale della spesa energetica delle famiglie.

A fronte, dunque, dei dati contenuti nel Rapporto continueremo come CNA a sottolineare l’importanza del meccanismo dell’ecobonus come principale leva per favorire gli interventi di efficienza energetica degli edifici. Sul fronte dei decreti applicativi, previsti dalla Legge di Bilancio, siamo impegnati con le altre associazioni del settore a monitorare l’iter nelle sedi istituzionali.

Ci auguriamo, infatti, che il nuovo Esecutivo, dopo la penalizzazione per il settore sul fronte dell’aliquota, corregga l’impostazione dei decreti che sembra, ad oggi, essere più restrittiva e penalizzante per il comparto.

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