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Di certo Enzo avrebbe creato un altro dei suoi capolavori. Sicuramente lo aveva già “disegnato” più volte nella mente. E a “ritagliarlo” dal bozzolo creativo, facendolo nascere, ci avrebbe pensato, come sempre, la compagna di una vita, sua moglie Guerrina Milzoni che ancora oggi taglia e dà vita al modello di ogni scarpa che esce dall’azienda.
“Sì, ci ragionava da tempo con il solito entusiasmo”, dice il figlio Massimo Bonafè, “voleva qualcosa di speciale per il traguardo del sessantesimo anno di attività a cui teneva moltissimo”.
Purtroppo, in piena primavera, nel maggio scorso, a 88 anni, la vita di Enzo Bonafè si è fermata e in tanti, da mezzo mondo, hanno preso l’aereo per venire a Bologna a dargli l’ultimo saluto.
“La famiglia di mio padre era originaria di Monghidoro” riprende Massimo Bonafè, 49 anni, ora alla guida del prestigioso marchio, insieme alla madre e alla sorella Silvia.
“Negli anni Trenta si trasferirono in città e mio padre nasce via Galliera. Allo scoppio della guerra ritornarono in montagna. Era gente povera – prosegue – come tanti allora in quelle zone e mio padre, come gli altri bambini, andava in giro scalzo. Solo che, a differenza degli altri, lui non era abituato e soffriva moltissimo. Ci ha raccontato che è nato così il suo desiderio per le scarpe che poi si è concretizzato quando ha iniziato a frequentare la bottega del calzolaio di lassù che, tra l’altro, era il nonno di Gianni Morandi”.
Finita la guerra la famiglia torna a Bologna ed Enzo, tredicenne, aggiunge Massimo Bonafè, “ha la fortuna di entrare come apprendista nella prestigiosa ditta di Amedeo Testoni dove lavora per diversi anni imparando il mestiere in quella che allora era riconosciuta come una boutique della scarpa di livello internazionale”.
Nel 1963 Enzo decide di mettersi in proprio e apre la sua ditta, insieme alla moglie in un garage in zona San Vitale.
Grazie al suo talento e al nome che si era fatto nell’ambiente, l’azienda decolla e si sposta prima in uno spazio più grande in via Paglietta e dal 1994 in zona Roveri dove ha tuttora la sede.
Il resto è storia, di impegno, fatica e soprattutto grandi soddisfazioni e riconoscimenti.
“Certo – riprende l’imprenditore – l’aneddoto più famoso riguardo ai successi di mio padre è quello delle scarpe per l’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Ma in realtà lui ha sempre creato seguendo una sua ispirazione. E questo credo abbia contribuito molto nel determinare l’originalità delle nostre scarpe e il gradimento del mercato”.
Oggi l’azienda (16 dipendenti e un fatturato in crescita negli ultimi anni) è nota a livello mondiale e vende le sue calzature a negozi e boutique di alta fascia. “Lavoriamo moltissimo con il Giappone, ma anche per Stati Uniti, Canada e Paesi del Nord Europa” spiega Bonafè.
Dallo stabilimento escono ogni giorno venti paia di scarpe e nella “bottega” si lavora a personalizzazioni (molto richieste) e nuovi modelli.
Quello che avrebbe dovuto essere pronto per il 60° anniversario non è ancora sul banco. “Ma ci stiamo pensando – conclude Massimo Bonafè – prendendoci il tempo che serve per arrivare a qualcosa di speciale”. Proprio come che sarebbe piaciuto ad Enzo.
Attività: Calzature lavorate a mano*
Indirizzo: Via Pollastri, 4 – 40138 Bologna (Bo)
Sito web: https://www.enzobonafe.com/it/