Batte forte il cuore di CNA Bologna in favore degli alluvionati [...]
In questo ultimo anno il sistema dei CAF ha ancora una volta registrato una tenuta, elaborando circa 17 milioni di modelli 730, contro i 2,9 milioni di modelli 730 precompilati trasmessi direttamente dai contribuenti.
Su quasi 20 milioni di contribuenti, in sostanza, circa l’86% si rivolge ai CAF. A dimostrazione che la dichiarazione online dopo 4 anni di sperimentazione segnala un limite di fondo: il cittadino vuole garantire sia a se stesso che allo Stato la massima correttezza e, quindi, preferisce farsi assistere anche solo per avere una conferma della veridicità della propria dichiarazione.
Per quanto riguarda invece i riconoscimenti economici, purtroppo, nulla è cambiato e dopo i tagli di 40 milioni nel 2017 e di ulteriori 30 milioni nel 2018, nel 2019 si aggiungerà un ulteriore taglio di 30 milioni, per un complessivo di 100 milioni, che, se come è ipotizzabile si confermeranno i numeri del 2018, porterà ad una riduzione del 50% sui compensi della singola dichiarazione.
Una situazione che non trova alcuna giustificazione se si pensa che i tagli erano stati previsti a fronte di una crescita ben più ampia del precompilato che pian piano avrebbe dovuto sostituire il lavoro del CAF. I numeri però smentiscono questa ipotesi e quindi il rischio concreto è che un 730 su due sia remunerato e questo con evidenti ripercussioni anche a livello occupazionale, visto che i CAF danno lavoro a migliaia di persone qualificandole attraverso la formazione. E non le impiegano solo per l’attività stagionale dei 730, ma ormai per tutto l’anno per il servizio ISE e per gli altri servizi che erogano in convenzione con l’INPS.
Eppure, il sistema dei CAF è ben conosciuto e apprezzato anche dalla Pubblica amministrazione e ne è riprova il coinvolgimento dei CAF per la presentazione delle domande di reddito di cittadinanza di cui si parla molto in queste ore. Difficilmente questa iniziativa avrebbe potuto avere successo senza il coinvolgimento di una rete diffusa come quella dei CAF, tenuto anche conto che per accedere al beneficio occorre fare l’ISEE e quindi i cittadini avrebbero dovuto comunque rivolgersi ai CAF.
Detraibili le spese per badanti, colf e baby-sitter
Sono detraibili le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale (le “badanti”) nei casi di non autosufficienza certificata dal medico nel compimento degli atti della vita quotidiana: persone che non sono in grado, per esempio, di assumere alimenti, di espletare le funzioni fisiologiche e provvedere all’igiene personale, di deambulare, di indossare gli indumenti e anche le persone che necessitano di sorveglianza continuativa. La detrazione spetta fino a un importo massimo di 2.100 euro, solo se il reddito complessivo non supera i 40.000 euro.
Sono, inoltre, deducibili i Contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari e cioè gli addetti ai servizi domestici e all’assistenza personale o familiare (es. colf, baby-sitter e assistenti delle persone anziane) per la parte a carico del datore di lavoro, per un importo massimo deducibile di 1.549,37 euro.