Batte forte il cuore di CNA Bologna in favore degli alluvionati [...]
Una crescita del fatturato rispetto ai mesi del lockdown, ma per nulla tumultuosa. Un’azienda su sette costretta a diminuire i dipendenti. Il 30% di aziende che rinunciano a investimenti già programmati.
L’autunno del dopo lockdown si annuncia parecchio complicato per le piccole e micro imprese bolognesi. E’ quanto risulta da un questionario che Cna ha raccolto tra un campione di 1.000 associati in vista della sua Assemblea annuale che si tiene questa sera giovedì 24 settembre al Centro Congressi di Fico.
“Queste risposte dimostrano come i prossimi mesi si annuncino molto duri per le pmi bolognesi, per loro stessa ammissione – commenta Claudio Pazzaglia, Direttore Cna Bologna -. Cna dovrà essere attenta alle esigenze delle imprese, saperle ascoltare, metterle in grado di cogliere le opportunità offerte sia dal mercato che dalle agevolazioni finanziarie. Nei prossimi mesi si deciderà il futuro di migliaia di piccole aziende, non possono essere lasciate sole, Cna sarà al loro fianco, ma in particolare il Governo e anche le Istituzioni locali devono fare uno sforzo straordinario affinché le serrande di queste imprese non vengano abbassate per sempre”.
Cna ha chiesto alle sue imprese come si sono comportati questa estate rispetto ad aperture e chiusure. Il 26% è sempre rimasto aperto, il 22% è rimasto chiuso una settimana per ferie (ma meno dello scorso anno) e il 25% per due settimane. Le aziende insomma hanno cercato di recuperare i giorni di chiusura del lockdown dilatando le aperture estive.
Che previsioni sul fatturato hanno le pmi? Certamente di crescere rispetto ai mesi delle chiusure, ma gli imprenditori non esagerano in ottimismo. In sostanza il 40% pensa di crescere, il 31% prevede una stabilità e il 23% prevede addirittura un peggioramento.
Sui dipendenti il pessimismo è inferiore, però segnali preoccupanti ci sono: l’11% ammette che sarà costretto a diminuire il numero di dipendenti. Se però consideriamo che il 32% afferma di non avere dipendenti, significa che quell’11% in realtà è un 16% sul totale delle imprese con dipendenti. Il 46% rassicura che manterrà gli stessi dipendenti e solo il 4% annuncia che aumenterà gli organici.
Ancora più negative le prospettive sugli investimenti. Appena il 12% annuncia che farà investimenti, il 51% non ne aveva di programmati. Il 32%, che invece li aveva in programma, ha deciso di annullarli.
Cna ha poi chiesto alle sue imprenditrici e imprenditori di esprimere giudizi sul Governo e sulle Banche, se le loro azioni erano e sono efficaci per aiutare le imprese a reagire alla crisi provocata dal Covid. Decisamente bocciato il Governo, la cui azione è stata giudicata insufficiente dal 40% delle risposte, il 13% si è dichiarato completamente insoddisfatto, il 23% dà la sufficienza, il 18% lo assolve dicendo che non aveva possibilità di fare meglio.
Imprese molto più tolleranti verso le Banche: il 38% giudica la loro azione sufficiente, il 33% insoddisfacente, il 6% molto positiva, il 6% non aveva possibilità di fare meglio. Per il 10% invece l’azione delle banche è stata completamente negativa.
Rispetto al futuro la maggioranza delle aziende (40%) crede che la situazione sanitaria sarà ancora critica ma sotto controllo, il 38% che ci sarà un forte peggioramento dei contagi ma non ci sarà bisogno di un nuovo lockdown. I più pessimisti (ci sarà un nuovo lockdown) sono il 9% e i più ottimisti (la situazione non peggiorerà) sono il 5%.
Le imprese giudicano sufficienti i protocolli di sicurezza (65%).
La Cna in questa assemblea celebra i suoi 75 anni di storia. Agli associati è stato chiesto se il 2020 è stato l’anno più brutto di questi 75. Il 38% non ha dubbi, certamente il peggiore. Il 42% ricorda che ci sono stati altri momenti difficili e il 4% che ce ne sono stati anche altri di molto più duri del 2020.
Infine l’ultima domanda guarda ai prossimi anni, come sarà il futuro per l’artigianato e le pmi bolognesi dopo questa vicenda del Covid purtroppo non ancora conclusa? Il 43% è convinto che occorreranno molti anni prima di recuperare quanto si è perso nel 2020, il 28% addirittura dice che quanto si è perso quest’anno non verrà mai più recuperato. Solo un 10% di ottimisti ritiene che questo difficile momento verrà superato in poco tempo.