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Questionario Cna tra le aziende della produzione, degli impianti e dei servizi. Il 79% ha tuttora difficoltà a reperire personale tecnico. Il 54% ha bisogno di tecnici specializzati, il 21% anche non specializzati
Le difficolta? Poco orientamento scolastico, inoltre la piccola impresa non viene giudicata attraente dai giovani e dalle famiglie
Nonostante l’emergenza pandemia e la conseguente crisi economica, le aziende bolognesi sono sempre alla ricerca di personale tecnico, ancora insufficiente per il fabbisogno delle imprese.
Lo conferma un questionario Cna Bologna tra le imprese della produzione (meccanica, legno, chimica), degli impianti (idraulici, elettricisti, manutentori caldaie) e dei servizi (autoriparatori, imprese di pulizia, tintolavanderia).
In un campione di un migliaio di queste aziende, ben il 79% ha risposto che è sempre difficile trovare personale per le proprie attività. Il 10% ha affermato che adesso non è un problema, ma appena la crisi sarà superata tornerà ad essere difficile trovare il personale adatto. Solo il 5% ha risposto che il problema oggi è il personale in esubero e il 2% che non ha più difficoltà a trovare personale.
Nel questionario è poi stato chiesto quali caratteristiche dovrebbe avere il personale di cui si segnala la mancanza. Il 54% delle imprese ha bisogno di tecnici specializzati, il 21% li assumerebbe anche senza specializzazione, il 12% cerca addetti anche senza esperienza, il 3% di tecnici laureati ad elevata specializzazione.
Quali i motivi di questa difficoltà a reperire personale? Le imprese non hanno dubbi, per il 61% i giovani pensano che nelle aziende di questi settori si faccia troppa fatica. Per il 40% perché i giovani non sono interessati ad entrare in queste aziende. Il 30% lo spiega con l’assenza di scuole adatte a formare personale per questi settori. Il 28% perché i giovani non sono informati delle opportunità per chi lavora in queste imprese. Il 27% perché la scuola non orienta gli studenti verso questi settori.
Le imprese insomma puntano l’indice contro un orientamento che non sa valorizzare la piccola impresa, non la sa raccontare come adesso è veramente: aziende molto tecnologiche in cui i dipendenti non devono faticare in tuta al pezzo ma spesso in camice controllano computer che fanno funzionare i macchinari.
Da dove provengono dunque i dipendenti attualmente al lavoro nelle aziende “tecniche”: la maggioranza, il 42%, da istituti superiori tecnici; il 37% dalle scuole medie inferiori; il 31% dagli istituti superiori professionali; il 21% da scuole medie inferiori a cui è seguito un percorso di formazione professionale. Nel 10% delle aziende sono presenti laureati.
L’ultima domanda rivolta alle imprese chiedeva quale consiglio darebbero a chi esce dalla scuola media inferiore. Il 55% non ha dubbi e consiglia un istituto tecnico, il 21% un istituto professionale, l’8% un ente di formazione professionale, il 3% un liceo.