Payback dispositivi sanitari, chiesta al Governo la totale abrogazione

Payback dispositivi sanitari, chiesta al Governo la totale abrogazione

Il meccanismo del payback sanitario va abolito. “A salvaguardia della tenuta del Sistema sanitario nazionale e della tutela della salute dei cittadini”, ma anche per evitare che possa crearsi “una fonte di incertezza per le imprese e per l’intera filiera produttiva”.
A metterlo nero su bianco gli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico, green economy e lavoro) e Raffaele Donini (Politiche per la salute) che, dopo l’incontro con i rappresentanti regionali e territoriali di CNA, Confindustria e Lapam Confartigianato, hanno scritto ai ministri delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e della Salute, Orazio Schillaci.

La lettera, condivisa con i rappresentanti delle associazioni di settore, spiega che, sebbene il payback abbia come obiettivo la razionalizzazione della spesa sanitaria per l’acquisto di dispositivi medici, la sua applicazione rischia di mettere in crisi non solo il comparto biomedicale e tutto l’indotto, ma anche il sistema sanitario che si troverebbe in estrema difficoltà nella cura delle persone con nuovi prodotti e tecnologie.
Durante l’incontro è stato sottolineato come per le imprese medio piccole è impossibile reperire le risorse da restituire alla Regione e le imprese più grandi cominciano a considerare l’Italia un Paese poco interessante per le forniture, programmando un’uscita dal mercato.

La filiera conta oltre 4.400 imprese di alta qualità, con circa 119 mila occupati e genera circa 12 miliardi di fatturato.

In virtù di queste considerazioni, Colla e Donini chiedono al Governo, a nome della Giunta regionale, che la norma venga cancellata dall’ordinamento con effetto a partire dal 2019. Con riferimento al quadriennio 2015-2018, chiedono inoltre al Governo che vengano stanziate ulteriori risorse per azzerare l’onere a carico delle imprese e salvaguardare i bilanci della Sanità.

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