Nonostante il primo semestre del 2022 abbia visto un andamento positivo del fatturato, per i prossimi mesi la fiducia delle imprese si abbassa e si profila un rischio stagnazione. L’occupazione tiene, anche se è previsto qualche rallentamento. Gli investimenti vengono in gran parte mantenuti, ma anche in questo ambito si segnalano delle frenate. Tra gli ostacoli che minacciano le imprese, oltre al tema del costo dell’energia e della Guerra in Ucraina, una forte preoccupazione è dovuta all’aumento del costo delle materie prime e della loro difficile reperibilità.

 

Sono alcuni dei dati più significativi del periodico sondaggio di Cna su un campione di 1.000 imprese appartenenti a otto diversi settori: produzione, impianti, costruzioni, moda, alimentare, trasporti, autoriparazioni e benessere.

 

Oltre all’analisi degli andamenti e delle previsioni, l’indagine di Cna ha voluto esplorare altri “temi caldi” di questo periodo, a partire dai cantieri per la mobilità: alcuni già partiti, altri ormai prossimi, in particolare il Passante e il Tram. Se per un’azienda su tre avranno una concreta utilità, due su tre invece manifestano scetticismo: per il 30% sono opere insufficienti che non riusciranno a ridurre il traffico e per il 26% addirittura dannose per la viabilità e per l’attività delle imprese.

 

“Sono diversi mesi che le imprese stanno lanciando un grido d’allarme – spiega Antonio Gramuglia, Presidente Cna Bologna –. Dopo aver resistito agli effetti economici causati dalla pandemia, le aziende hanno dovuto affrontare una crescita inverosimile dei costi energetici e stanno guardando con grande preoccupazione agli sviluppi della Guerra in Ucraina. Ora si sta aggiungendo anche il problema delle materie prime, del loro costo e del loro reperimento. Ecco perché per i prossimi mesi la fiducia delle aziende tende a diminuire e avvertono di un rischio stagnazione”.

 

Analizzando il sondaggio leggiamo che nel primo semestre 2022 quattro imprese su dieci hanno visto crescere il fatturato, solo una su quattro l’ha diminuito.

Per il prossimo semestre quattro imprese su dieci prevedono stabilità nel fatturato, una su quattro prevede diminuzioni: rispetto ai primi mesi del 2021 si manifesta dunque una decrescita.

 

Per le previsioni di fatturato dei singoli mestieri: crescita per alimentare, costruzioni e trasporti. Stabilità per benessere, impianti, moda, produzione. Segno meno per gli autoriparatori.

 

Sul fronte occupazione tre aziende su quattro prevedono stabilità nei prossimi mesi, una su dieci una diminuzione: l’occupazione, dunque, tiene anche se si segnala qualche rallentamento.

 

Nel capitolo investimenti una azienda su due conferma quelli programmati. Il 26% li rinvierà e il 22% li cancellerà. Anche questo è un effetto delle criticità manifestate dalle imprese sul tema materie prime.

 

Il tema innovazione è assente nel 55% delle imprese: in quelle che invece investono per innovare è prevalsa la stabilità, più legata all’innovazione di processo che di prodotto.

 

Venendo al capitolo sulle minacce e gli ostacoli, le imprese sfogliano un elenco di criticità che le sta mettendo in grave difficoltà: per il 30% il primo problema è dunque la materia prima e la difficoltà a reperirla; per il 21% è il caro energia; per il 13% una significativa diminuzione degli ordini da parte dei clienti storici; per il 12% la difficoltà a reperire manodopera; per l’8% le conseguenze della Guerra in Ucraina; per l’8% l’insolvenza dei clienti. Il tema pandemia è completamente sparito dalle “preoccupazioni” delle aziende.

 

“Più che un segnale di ottimismo verso il superamento di una crisi sanitaria epocale – prosegue Antonio Gramuglia – temiamo che il messaggio delle imprese sia: c’era un problema drammatico, adesso ce ne sono altri tre nuovi, ovvero materie prime, energia e guerra. È incredibile quanta resistenza debbano avere cittadini e imprese in questo scorcio di secolo, ormai sono anni che non riusciamo a tirare il fiato ed a lavorare in modo ‘normale’, programmando, investendo, facendo strategia. Qui invece si naviga a vista, attenti ogni giorno ad evitare scogli che appaiono all’improvviso. All’improvviso ma prevedibili, certamente c’è stata poca prevenzione nell’evitarli da parte dei singoli Stati e dell’Unione Europea”.

 

In ogni sondaggio periodico di Cna, vengono affrontati anche argomenti di “attualità” che suscitano molto interesse tra imprenditori e imprenditrici. Quello delle infrastrutture per la mobilità certamente è uno dei più “caldi”. I risultati del sondaggio dicono che queste opere sono viste con diffidenza e con molte incognite sulla loro efficacia.

 

“Da anni Cna e le imprese hanno lamentato una mobilità molto critica nel nodo di Bologna, con tangenziale e autostrada perennemente intasate – continua Claudio Pazzaglia, Direttore Cna Bologna – per cui abbiamo sempre sostenuto la necessità di interventi strutturali. Ora questi stanno per arrivare, ma evidentemente serpeggia sfiducia nelle aziende. Crediamo che ci sia anche un effetto di preoccupazione legata all’impatto che avranno i cantieri per le imprese coinvolte nel tragitto. Aggiungiamo anche una certa sfiducia dopo aver visto non realizzate opere molto annunciate ma parecchio deludenti quali il Civis, o avere assistito a lunghi dibattitti se era meglio il Passante Sud, Nord o quello di Mezzo. Cna registra questa sfiducia e si augura che quando tram e passante saranno realizzati, gli effetti saranno più positivi di quanto adesso ci si immagina”.

 

 

Nel frattempo, le aziende hanno le idee chiare su cosa occorre per “ridurre il danno da cantiere”: il 36% suggerisce che per ogni percorso chiuso ne venga subito individuato uno alternativo, il 38% punta decisa ai ristori sotto forma di riduzione delle tasse (20%) e di rimborsi veri e propri (18%). Il 15% infine suggerisce l’importanza di una comunicazione capillare e puntuale ai cittadini sui cambiamenti stradali programmati.

 

Altro tema caldissimo la carenza di manodopera, confermata dal 43% delle aziende. Individuato l’orientamento scolastico come lo strumento fondamentale per far coincidere richieste delle aziende e aspettative degli studenti, queste le proposte delle aziende per fare incontrare domanda e offerta di lavoro: iniziative organizzate da Cna per fare incontrare studenti, genitori, docenti e imprenditori (25%); presentazione del mestiere artigiano e pmi nelle classi a cura degli stessi imprenditori (24%); open day delle aziende aperte agli studenti (23%); diffusione nelle scuole di video sui mestieri dell’artigiano e pmi (18%).

 

Infine, Cna ha esplorato l’argomento “imprese di prossimità”, a rischio per i cambiamenti avvenuti nei modi di acquistare e consumare da parte del cliente.

 

“Le nostre imprese dimostrano di essere attente e pronte al nuovo e non arroccate in difesa – conclude Claudio Pazzaglia –. Il 25% delle risposte, infatti, dice che l’impresa di prossimità deve adeguarsi utilizzando tecnologie per raggiungere anche i clienti distanti; addirittura, il 24% sostiene che proprio l’elevata fidelizzazione del cliente ‘vicino’ resta un punto di forza; il 17% prevede che alla fine finiranno per convivere sia le imprese di prossimità che quelle ‘a distanza’. Certamente perché questo scenario si possa concretizzare, occorrono leggi dello Stato e anche locali che tutelino le imprese di vicinato, insieme ad agevolazioni nell’acquisto di strumenti tecnologici e di campagne di marketing per rendere le imprese di prossimità più competitive. E Cna si sta già battendo perché questo avvenga”.

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Allegato

 

Sondaggio realizzato nell’ambito del progetto Resilienza e Agilità con il contributo della CCIAA di Bologna