Bene i voucher, meno il dl dignità

Bene i voucher, meno il dl dignità

“Un decreto sbagliato che toglie lavoro anziché crearlo. La pur lodevole esclusione della reintroduzione delle causali nei contratti stagionali a tempo determinato non è sufficiente a modificare il nostro giudizio.  L’irrigidimento della disciplina sui contratti a tempo determinato rallenterà quel processo virtuoso che ha consentito a tanti nostri giovani di entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale, godendo di regole e di tutele. Speravamo che l’attenzione del governo nei confronti delle piccole imprese producesse modifiche più profonde rispetto alle prime bozze del decreto. Adesso ci aspettiamo la reintroduzione dei voucher, ottimo strumento improvvidamente cancellato in passato. Anche in campo fiscale il governo si è limitato a sopprimere il redditometro, di fatto già inattivo, ad allungare da tre a sei mesi l’invio delle fatture per lo speso-metro e a eliminare solo per i professionisti lo split payment, odiata misura che drena liquidità. Interventi, insomma, non sbagliati ma del tutto insufficienti perfino a scalfire il moloch del fisco italiano. Ora confidiamo che il parlamento raccolga le tante proposte che  stanno arrivando dal mondo delle imprese e voglia realizzarle”.

Lo ha dichiarato il presidente della Cna e di Rete Imprese Italia, Daniele Vaccarino, commentando il testo del Decreto Dignità appena vistato dalla Ragioneria generale dello Stato.

“Cna invece esprime soddisfazione per le aperture del ministro Luigi Di Maio sui voucher, un ottimo strumento improvvidamente cassato, che oltre al turismo e all’agricoltura è necessario che venga attivato anche negli altri settori che li avevano utilizzati con successo per gestire picchi produttivi o situazioni di mercato imprevisti. Peraltro, una indagine della Cna ne aveva messo in evidenza l’importante contributo all’occupazione nei settori dei servizi e del manifatturiero. Occupazione che, oltre ai voucher, dev’essere favorita aiutando le imprese a trasformare i contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, non limitandone l’uso”. Lo si legge in un comunicato della Cna.