CNA Bologna: “Imu non alla massima aliquota. Bene, ma resta una stanga

CNA Bologna: “Imu non alla massima aliquota. Bene, ma resta una stanga

Positivo non applicare l’aliquota massima dell’Imu sugli immobili delle attività produttive, grande contrarietà rispetto all’aumento della Tarsu. Comunque resta il fatto che il bilancio del Comune di Bologna rischia di essere una stangata per le imprese bolognesi. Un bilancio condizionato da una situazione economica gravissima a livello nazionale, che ci si augura straordinaria: dunque per Cna anche gli aumenti della tassazione decisi quest’anno dal Comune devono considerarsi straordinari e non strutturali per gli anni a venire. E’ questa la valutazione di Cna Bologna dopo l’incontro di ieri tra il vicesindaco Giannini, insieme agli assessori Lepore e Monti, e le associazioni imprenditoriali. “Il vicesindaco Giannini ci ha spiegato che la filosofia del Comune è quella di portare l’aliquota Imu non al massimo del 10,6 per mille, ma al 9,6 per mille sugli immobili delle attività produttive – spiega Tiziano Girotti, Presidente Cna Bologna, intervenuto all’incontro -. Per le imprese bolognesi significa 9 milioni di euro in meno da pagare rispetto ad una applicazione dell’aliquota massima. Cna è parzialmente soddisfatta: bene tenere più bassa l’aliquota, come avevamo chiesto, ma la stangata per le imprese comunque resta”. “Siamo consapevoli che i margini di manovra per il Comune sono molto ristretti – prosegue Girotti – perché la Manovra Monti e una drammatica situazione economica impongono al Comune tagli per 50 milioni di euro. Però ci auguriamo che questo sia un anno straordinario, dunque la tassazione decisa per il 2012 non può essere considerata strutturale, dal 2013 va ridiscusso tutto, aliquote comprese”. “Abbiamo infine espresso al Comune la nostra assoluta contrarietà per l’aumento della Tarsu – conclude Girotti – non solo per una questione economica ma di principio. Crediamo che vada ridiscusso il rapporto tra Hera e il Comune di Bologna per quanto attiene i costi del servizio a carico dei cittadini e delle imprese”. Cna si era presentato all'incontro col Comune portando una simulazione di quale impatto avrebbe l'Imu sulle attività produttive se l'aliquota fosse quella massima: un’azienda meccanica pagherebbe per il suo capannone 10.000 euro di Imu all’anno, in pratica l’81% (5.000 euro) in più di quanto pagava nel 2011 con l’Ici. Un laboratorio di falegnameria pagherebbe l’81,7% in più (da 1.320 a 2.404 euro). Un’officina di autoriparatore il 96,8% in più (da 1.637 a 3.230 euro). Un negozio di parrucchiere il 142% in più (da 400 a 968 euro). Un laboratorio di software house il 142% in più (da 742 a 1.797 euro). Un capannone di tipografia il 90,57% in più (da 1.506 a 2.870). “A coloro che nei sindacati dei lavoratori - aveva detto Massimo Ferrante, Segretario Cna Bologna - continuano ad insistere sul fatto che il gettito Imu debba essere caricato soprattutto sulle attività produttive, rispondiamo che così si rischia solo di innestare altre crisi aziendali e nuova disoccupazione. Molte imprese già oggi sono in pesante sofferenza a causa della crisi dei mercati e della contrazione dei consumi. Quale addizionale il Comune di Bologna applicherà sull’Imu, corre il rischio di essere la differenza tra la sopravvivenza e la chiusura dell’impresa”.