Un bolognese su due è definibile “caregiver”, in quanto si prende cura di una persona cara consenziente, non autosufficiente o che ha bisogno di aiuto. [...]
“CNA Fita e CNA sono la stessa cosa, condividiamo gli stessi valori e quando ci confrontiamo con la politica non è mai per interesse di bottega ma sempre dalla parte dei nostri associati e del Paese”, ha sottolineato il nostro presidente nazionale, Dario Costantini, intervenendo alle celebrazioni del mezzo secolo di vita della Federazione Italiana Trasportatori Artigiani. Un appuntamento per una analisi sul presente ma anche con lo sguardo rivolto al futuro, alle grandi innovazioni e alle sfide da affrontare.
“Dobbiamo raccontare di più e meglio l‘importanza delle nostre imprese – ha aggiunto Costantini – il prezioso ruolo sociale che svolgono l’autotrasporto, il trasporto persone, taxi e Ncc”. Costantini esprime solidarietà all’Emilia-Romagna e alle Marche colpite dall’alluvione, e anche in questa circostanza “sarà fondamentale il contributo delle imprese di CNA Fita per il trasporto dei materiali per la ricostruzione”.
I festeggiamenti di CNA Fita sono anche l’occasione per evidenziare due questioni dal forte impatto per le piccole imprese, ricambio generazionale e carenza di personale. “Sono due temi sui quali la Confederazione è fortemente impegnata – ha detto Costantini – in particolare è in via di definizione il nostro progetto per i corridoi professionali in Egitto”.
Costantini ha poi rivolto un ringraziamento ai dirigenti di CNA Fita e al presidente Patrizio Ricci che “ha le qualità per esercitare la rappresentanza e cioè passione, fatica e empatia”.
Circa 18.500 imprese associate al 31 dicembre 2023, di cui il 75% nel trasporto merci e il 25% nel trasporto persone, con all’interno autotrasportatori, tassisti, autisti, noleggiatori. Costanti relazioni istituzionali con Parlamento e Governo, una sede a Bruxelles per ‘presidiare’ l’Europarlamento, la partecipazione attiva alla contrattazione nazionale, la presenza da protagonista all’interno del Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori, così come negli organi e nelle commissioni dell’Autorità di sistema portuale. E poi una rete capillare di servizi alle imprese, compresa la risposta alle esigenze di formazione.
Questa la realtà di CNA Fita, che dal 20 settembre del 1974 dà voce e rappresentanza alla categoria degli autotrasportatori. E oggi, a mezzo secolo esatto da quel giorno, la Federazione si è riunita a Roma, nell’Auditorium della CNA di piazza Armellini, con un evento dal titolo ‘Da 50 anni muoviamo l’Italia’ per celebrare l’anniversario insieme ai propri vertici, agli associati e alla Confederazione, condotto e moderato da Massimo De Donato, direttore della rivista Tir.
Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, impegnato a Budapest nel consiglio dei ministri Ue, ha inviato un videomessaggio per congratularsi e manifestare la sua vicinanza a CNA Fita in questo giorno speciale: “Il trasporto è di vitale importanza – ha sottolineato – per l’economia del Paese. Lavoriamo da tempo al Piano nazionale dell’autotrasporto per garantire agli addetti qualità e redditività del lavoro. Siamo impegnati per ammodernare le infrastrutture del Paese, anche per garantire la sicurezza di chi opera sulle strade. Stiamo lavorando anche al Piano Sicurezza 2030 per ridurre il numero delle vittime stradali. Sempre nell’ottica di una maggiore sicurezza, anche su sollecitazione di CNA Fita, ci stiamo adoperando per potenziare gli uffici della Motorizzazione, in particolar modo quelli periferici, e ridurre drasticamente i tempi di attesa per le revisioni dei veicoli pesanti”. In chiusura il ministro ha augurato buon viaggio ai membri di CNA Fita che contribuiscono a muovere il Paese da 50 anni.
Dopo il messaggio di Salvini, Mauro Concezzi, responsabile nazionale CNA Fita, ha introdotti i lavori illustrando il ricco programma di interventi e soffermandosi su una riflessione: “Abbiamo cercato di fare il nostro meglio – ha spiegato Concezzi – per onorare oggi i nostri ‘padri fondatori’ che 50 anni fa hanno fondato la Federazione Italiana Trasportatori Artigiani. Uomini lungimiranti che hanno compreso che una sola e unica voce sarebbe stata più forte di tante singole voci divise per raggiungere obiettivi importanti. Uomini mossi dalla passione che hanno creduto nell’associazionismo come strumento attraverso il quale portare avanti le istanze della categoria fino ai palazzi della politica”.
Concetti ripresi e rafforzati anche da Patrizio Ricci, presidente nazionale di CNA Fita e vicepresidente dell’Albo degli autotrasportatori. “Oggi festeggiamo un compleanno, e i compleanni sono le occasioni durante le quali si celebra e si racconta qualcuno. Noi qui vogliamo ripercorrere la nostra storia, fatta di individui che si sono assunti delle responsabilità, che hanno capito che l’associazionismo era la chiave della rappresentanza, uomini che per comprendere i bisogni di una categoria trascorrevano tempo nei territori, nelle imprese. Uomini fortemente animati dalla passione. La stessa passione che ci guida e ci muove oggi. Una passione – ha concluso – che non si può misurare”.
I ricordi personali di quando seguiva i mestieri. La logica confederale che porta a lavorare per il bene del Paese. Le prospettive della rappresentanza. Questi i tre punti salienti dell’intervento del nostro segretario generale, Otello Gregorini.
Gregorini ha ricordato gli anni della contrapposizione tra autotrasportatori e committenti, gli anni dei fermi del trasporto cioè, quando tutta la Confederazione, non solo gli interessati al settore, partecipava a queste iniziative anche pericolose. “Si trattava di iniziative che di solito duravano tre giorni – ha rammentato – nei primi due la situazione era più blanda, perché nei magazzini le scorte non mancavano, si poteva fare a meno dei rifornimenti, ma dal terzo giorno il contesto mutava. Arrivavano le forze dell’ordine, saliva la temperatura. E di solito al terzo giorno si chiudeva, bene o male, strappando tanto o poco, più spesso poco”.
Proprio alla luce di risultati non esaltanti e “soprattutto perché noi siamo un sistema confederale che guarda principalmente all’insieme delle categorie non le mette una contro l’altra, tutt’altro, e di conseguenza guarda all’interesse nazionale” si è scelta “la strada del dialogo, sia pure aspro, e dell’interazione”.
“Ora siamo orgogliosi del percorso compiuto – ha puntualizzato il nostro segretario generale – ma puntiamo a traguardi più ambiziosi di rappresentanza e in questo iter contiamo particolarmente sulla Fita”.
“Siamo consapevoli – ha proseguito – che l’Italia ha un ancoraggio forte nel mondo dell’artigianato e della piccola impresa diffusa. Ma dobbiamo trasformare questa forza, che garantisce la vita e il futuro dell’Italia, in un soggetto omogeneo. E noi come organizzazione siamo pronti a raccogliere la sfida grazie a competenze approfondite e a una logica di conoscenza che consolida la capacità rappresentativa della nostra CNA”.
Maria Teresa Di Matteo, capo dipartimento per i trasporti e la navigazione del Mit, nel suo intervento ha sottolineato il ruolo fondamentale che CNA Fita ha svolto negli anni in qualità di interlocutore per il ministero. Citando l’esempio del Marebonus, Di Matteo ha evidenziato come senza l’opera di rappresentanza svolta dalla Fita e dall’associazionismo in generale, le Istituzioni non sarebbero state in grando di comprendere, interpretare e rispondere alle esigenze delle diverse categorie.
La collaborazione e l’interlocuzione con CNA Fita sono stati anche gli aspetti centrali trattati da Enrico Finocchi, presidente dell’Albo nazionale degli autotrasportatori. Finocchi ha ribadito come lavorando insieme sia possibile raggiungere risultati concreti che soddisfino i bisogni del comparto.
A ‘chiudere il cerchio’ Marco Di Gioia, segretario generale Uetr, l’Unione europea dei trasportatori stradali, un’organizzazione che rappresenta oltre 200mila micro, piccole e medie imprese di trasporto stradale, di cui CNA Fita è fondatrice. Anche Di Gioia ha celebrato l’associazionismo come chiave per essere più forti, e lo ha fatto citando un proverbio africano che riassume il potere degli individui quando si riuniscono in una comunità: “Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno”.
Il momento dedicato alle celebrazioni e al ricordo ha lasciato spazio a un momento di riflessione, analisi e prospettiva: Cosimo Franco, direttore di Certiquality Srl ha parlato di sostenibilità economica e sociale; Il professor Enrico Al Mureden, ordinario di Diritto civile all’Università di Bologna ha focalizzato il suo intervento sull’Intelligenza artificiale applicata alla guida e all’organizzazione aziendale, mentre il professor Giuseppe Carlo Marano, docente di Tecnica delle costruzioni al Politecnico di Torino si è concentrato sull’applicazione della Intelligenza artificiale alle infrastrutture viarie.
Nell’ambito delle celebrazioni CNA Fita ha commissionato due libri, “Autotrasportatore: antropologia di un mestiere” scritto dal professor Tito Menzani, docente di storia economica nelle Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia, e “Accesso alla professione di trasportatore di merci su strada”, redatto dal professor Stefano Pollastrelli, docente di Diritto dei trasporti all’Università di Macerata. I volumi, differenti per approccio e utilizzo, vogliono essere rispettivamente una sorta di ‘diario’ della storia e dei ricordi di un comparto e, nel caso del testo del professor Pollastrelli, un utile strumento di lavoro.
Nell’ambito delle celebrazioni, CNA Fita ha conferito due premi ai suoi presidenti: Patrizio Ricci e, alla memoria, al primo presidente di CNA Fita, Giovanni Menichelli, per il quale hanno ritirato il riconoscimento i figli.