Pmi bolognesi, le più tassate

Pmi bolognesi, le più tassate

Bologna non si schioda dal secondo posto, ma in questo caso non è una buona notizia. La classifica infatti riguarda le tasse sulle imprese: Bologna è ancora la seconda città in Italia, dopo Reggio Calabria, per pressione fiscale sulle piccole aziende. Anzi, invece che migliorare, è peggiorata di un ulteriore 0,2%. E’ questo il risultato dell’Osservatorio permanente di Cna nazionale sulla tassazione della piccola impresa in Italia, presentato il 17 luglio a Roma. L’analisi si basa su un campione di impresa con ricavi di 430.000 euro e con 5 addetti.

A Bologna una piccola impresa comincia a guadagnare dal 20 di settembre, dall’inizio dell’anno e fino al 19 settembre col suo reddito paga le tasse: allo Stato, alla Regione, al Comune. Bologna anche nel 2018, come già negli anni scorsi, si conferma la seconda città in Italia per pressione fiscale sulle piccole imprese, il 72,2% se ne va in tasse (lo scorso anno era il 72%). Dal 2011 al 2018 la pressione fiscale sui piccoli a Bologna è cresciuta del 7,6%, focalizzandoci sulle tasse comunali dal 2011 al 2018 queste sono salite del 3,8%.

“Speravamo in un miglioramento, tutti promettono meno tasse sulle piccole imprese, ma poi quando guardiamo i dati vediamo che la situazione è rimasta in pratica uguale agli anni passati, cioè pessima. – spiega Cinzia Barbieri, Direttore generale Cna Bologna -. Pensare che una piccola azienda bolognese comincia a guadagnare dal 20 di settembre e il suo reddito nei mesi precedenti se ne va in tasse, fa capire quanto impegno mettano i piccoli e medi imprenditori, che rappresentano oltre il 90% delle imprese, nel tenere aperto la loro azienda, nel pagare gli stipendi ai propri dipendenti e anche nell’investire nell’innovazione. Poi qualcuno si stupisce se dal 2008 ad oggi molte piccole aziende hanno chiuso…”. “Non ci stancheremo di dirlo – prosegue Barbieri – la riduzione della pressione fiscale è una priorità. Lo abbiamo detto al Governo precedente, lo stiamo ribadendo al nuovo Governo: le forze politiche che lo compongono in campagna elettorale hanno promesso una riduzione delle tasse, ci confidiamo davvero. Speriamo non succeda come nel ‘decreto dignità’, in cui le misure non sono state favorevoli alla piccola impresa che ora sarà meno incentivata ad assumere nuovi dipendenti. Certamente tra gli interventi fiscali prioritari occorrerà rendere l’Imu, che viene pagata sugli immobili strumentali delle imprese, completamente deducibile dal reddito d’impresa”.

“Per quanto riguarda il livello locale, anche quest’anno si conferma come l’Imu e la Tasi a Bologna sia estremamente penalizzante per le imprese per il fatto che il valore catastale degli immobili è tra i più elevati – conclude Barbieri -. Una delle tasse più criticate dalle imprese bolognesi è la Tari, in particolare quando viene riscossa su imprese che producono rifiuti speciali che vengono smaltiti a spese loro. Le nostre imprese si lamentano tantissimo perché pagano cifre importanti pur smaltendo in proprio. Cna sostiene da tempo che la Tari non dovrebbe essere dovuta per le aree operative dove si producono rifiuti speciali che si smaltiscono per legge a spese proprie. La nostra campagna ‘Tari, diamoci un taglio’, è attiva da oltre tre anni in tutta l’area metropolitana di Bologna. Il Comune di Bologna recentemente ha annunciato aperture sulla Tari, speriamo che producano effetti sulle aziende”.

Dall’analisi Cna nazionale risulta che Bologna, oltre ad essere seconda in Italia per pressione sulle piccole imprese, è dunque seconda anche nella altrettanto poco allegra classifica del “tax free day”, ovvero il giorno dell’anno in cui si smette di pagare le tasse: a Bologna è il 20 settembre, battuta sempre da Reggio Calabria (24 settembre), la media in Italia è l’11 agosto.

Osservatorio permanente Cna sulla tassazione della piccola impresa in Italia
I dati di Bologna

Pressione fiscale complessiva 2018 sulla piccola impresa, media italiana 61,4%
Reggio Calabria (prima in Italia): 73,1%
Bologna (seconda in Italia): 72,2%  (a Bologna nel 2017 72%; nel 2016 71,9%).

Differenza a Bologna tra 2011-2018: +7,6%

Tax free day: il giorno in cui la piccola impresa smette di pagare le tasse e comincia a guadagnare, media italiana l’11 agosto

Reggio Calabria (prima in Italia): dal 24 settembre
Bologna (seconda in Italia): dal 20 settembre
 

Differenza a Bologna tra 2011-2018: +30 giorni

Quanto paga una piccola impresa bolognese (impresa tipo 5 dipendenti, 430.000 euro di ricavi) 2018

Imu e Tasi 10.730 euro; Tari 1.736 euro; Irap 2.418 euro; previdenza 10.919 euro; Irpef 9.448 euro; add. Regionale Irpef 583 euro; add. comunale Irpef 276 euro; reddito disponibile 13.888 euro

2017

Imu e Tasi 10.730 euro; Tari 1.736 euro; Irap 2.418 euro; previdenza 10.715 euro; Irpef 9.526 euro; add. Regionale Irpef 587 euro; add. comunale Irpef 278 euro; reddito disponibile: 14.009 euro

2016

Imu e Tasi 10.730 euro; Tari 1.736 euro; Irap 2.418 euro; previdenza 10.510 euro; Irpef 9.603 euro; add. Regionale Irpef 675 euro; add. comunale Irpef 280 euro; reddito disponibile: 14.047 euro