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Tra le imprese bolognesi c’è preoccupazione per il futuro. Dal periodico sondaggio che Cna fa sulle imprese, se il 2018 ha fatto segnare un andamento positivo, le previsioni di artigiani e pmi sul 2019 hanno decisamente un segno meno rispetto al fatturato, una lieve contrazione rispetto agli occupati, un lieve rallentamento rispetto agli investimenti.
Su il Resto del Carlino di sabato 16 febbraio articoli sul sondaggio Cna, scarica il link >>>
La causa principale di queste previsioni pessimistiche è legato in particolare ad un clima generale di forte sfiducia. Le aziende che reagiscono meglio, ancora una volta, sono le imprese orientate all’export; sostanziale tenuta per le imprese che puntano sull’innovazione.
Per quanto riguarda i singoli settori, quelli che prevedono maggiori cali di fatturato sono le imprese della meccanica, dei trasporti, delle costruzioni. Maggiore tenuta invece per le imprese più legate ai servizi e al Made in Italy.
E’ in estrema sintesi quanto emerge dall’indagine realizzata da Cna su un campione di un migliaio di aziende appartenenti ad otto settori molto rappresentativi: produzione, moda, alimentare, costruzioni, impianti, autoriparatori, trasporti, benessere.
Il Direttore Pazzaglia: “Istituzioni e Cna vicini alle imprese”
“Non ci sono visioni catastrofiche da parte delle imprese bolognesi, ma certamente per i prossimi mesi il pessimismo è dominante – commenta Claudio Pazzaglia, Direttore Cna Bologna -. Dunque, l’appello di Cna alle Istituzioni nazionali e locali è quello di essere molto attente alle imprese nel 2019, di sapere ascoltare le loro esigenze, di togliere ogni ostacolo allo sviluppo: dopo le crisi passate, un altro anno di default può essere molto pericoloso. Cna sta già facendo uno sforzo straordinario per garantire alle aziende tutte le opportunità, le consulenze, la tutela e le informazioni per affrontare con maggiore ottimismo i prossimi mesi”.
“Guardando all’aspetto positivo di questo sentiment tra le aziende – prosegue Claudio Pazzaglia - gli imprenditori non si aspettano crolli nei prossimi mesi, insomma si conferma comunque una tenuta complessiva della piccola impresa, in particolare per quanto riguarda l’occupazione e gli investimenti. Però la preoccupazione esiste eccome ed è il clima generale di sfiducia che rappresenta il freno principale. Queste previsioni negative sono certamente legate a fattori nazionali ed internazionali, quindi occorre che il Governo per il 2019 preveda altre misure che puntino allo sviluppo e alla innovazione delle imprese, così come alla riduzione della fiscalità e della burocrazia che rappresentano come sempre dei freni importanti. Anche a livello locale si può fare molto per sostenere le imprese: maggiori possibilità per i più piccoli per partecipare alle gare d’appalto; un grande impegno nella realizzazione sia di infrastrutture strategiche continuando a fare pressione sul Governo, sia di opere di dimensioni più ridotte che però sono di grande utilità ai cittadini e creano opportunità alle aziende; la riduzione delle tasse locali, a partire dalla rimodulazione della Tassa sui rifiuti, che stanno rappresentando un’importante percentuale nella fiscalità complessiva; una semplificazione nei regolamenti, rendendoli più omogenei tra i Comuni e puntando sull’apertura di nuovi sportelli unici; un forte contrasto all’abusivismo: queste sarebbero ottime cure per dare spinta all’imprenditoria bolognese”.
“Cna sostiene le Istituzioni locali per dare il via libera a infrastrutture strategiche – conclude Claudio Pazzaglia – e sta impegnandosi con decisione sulle due strategie che si stanno dimostrando vincenti per le imprese: l’internazionalizzazione e l’innovazione. Cna Bologna ha aperto uno Sportello estero che sta promuovendo con continuità la partecipazione a fiere internazionali e a bandi export. L’Hub Cna Bologna 4.0 ha sostenuto l’innovazione per centinaia di piccole imprese che hanno potuto usufruire dei vantaggi della normativa nazionale ‘Impresa 4.0’. Anche per il 2019 saranno due strumenti strategici Cna, che però offre molte altre opportunità, in particolare una consulenza per le imprese che vogliono crescere e reagire alla crisi. Cna è al fianco delle aziende, come sta avvenendo per la fatturazione elettronica: migliaia di aziende sono affiancate dai consulenti Cna per affrontare questa novità del 2019”.
L’indagine nel dettaglio: occupazione e investimenti tengono
Analizzando nel dettaglio l’indagine, per quanto riguarda l’andamento del fatturato nel secondo semestre del 2018, il 46% delle imprese indica che è avvenuta una crescita, il 28% una diminuzione e il 34% una stabilità. Mettendo a confronto il risultato con lo stesso periodo del 2017, dodici mesi fa “solo” il 35% aveva fatto registrare un aumento di fatturato. La considerazione finale è dunque che il 2018 sia stata una discreta annata per artigiani e pmi bolognesi.
Come sarà invece il 2019? Le imprese per quanto riguarda la previsione sul fatturato dei prossimi sei mesi si dichiarano decisamente pessimiste: il 39% prevede una riduzione, nello stesso periodo dello scorso era solo il 15% a prevederlo. E se l’anno scorso il 23% prevedeva un aumento di fatturato, quest’anno solo il 12% prevede maggiori entrate per i primi sei mesi del 2019.
Migliori notizie decisamente sul fronte occupazione, a dimostrazione che come sempre il capitale umano è una risorsa strategica per le pmi: l’81% dichiara che manterrà stabile il suo organico, solo il 9% pensa a riduzioni ma l’8% prevede una crescita occupazionale nella propria azienda. Confrontando con dodici mesi fa, vinceva sempre la stabilità col 73%, però erano ben il 17% le aziende che prevedevano il segno più nell’occupazione.
Per il capitolo investimenti si registra invece un peggioramento, il 29% delle imprese intervistate dichiara infatti che per il momento rinvierà investimenti programmati, un anno fa erano solo il 17%. Comunque, se il dato di confronto non è premiante, quello complessivo è molto più rassicurante, in quanto il 62% conferma che gli investimenti programmati per il 2019 andranno in porto.
Ma cosa spaventa maggiormente le aziende bolognesi, che rendono loro così pessimiste? Decisamente è il clima di sfiducia generale che porta a perdere ottimismo, il 32% la pensa così, nel 2018 lo pensava il 20%. Altri fattori negativi sono rappresentati da una diminuzione degli ordini (17%) e dall’insolvenza dei clienti (13%). La stretta al credito continua a non essere il problema principale: lo è solo per il 6% oggi, lo era per l’8% l’anno scorso. Ma probabilmente anche perché le aziende stanno chiedendo in generale meno credito alle banche.
Focus sui settori: meccanica pessimista, servizi e Made in Italy meno
Focalizzandoci sui singoli settori, la meccanica è più pessimista della media, in quanto la metà delle aziende del campione prevede un calo di fatturato nei primi sei mesi del 2019. Pessimisti sul fatturato ma non sull’occupazione che resterà stabile per il 79% e aumenterà per il 12%, e nemmeno per il capitolo investimenti, in quanto il 64% li manterrà.
Nel settore costruzioni se il 47% prevede riduzioni di fatturato, il 26% però crede che invece aumenteranno, questo è un segnale importante per uno dei settori che ha registrato le maggiori criticità negli ultimi anni.
Per i trasporti le aziende si dividono a metà tra chi immagina cali di fatturato e chi invece prevede una loro stabilità.
Meglio nel settore Installazione e impianti in cui solo un’azienda su tre si immagina di dover subire un calo di fatturato.
Nel settore dei servizi le previsioni sono più ottimistiche, due acconciatori ed estetisti su tre prevedono stabilità di fatturato, ancora meglio per gli autoriparatori che dichiarano per il 75% una futura stabilità del fatturato.
Infine per il made in Italy, le aziende della moda si dividono equamente tra chi pensa a rallentamenti, chi ad aumenti e chi a stabilità. Nell’alimentare il maggiore ottimismo: il 64% pensa a fatturati stabili, il 14% a fatturati in aumento.
Per tutti i settori, come dicevamo, previsioni confortanti sull’occupazione e sugli investimenti.