Questionario Cna tra le imprese: il 70% è contrario a tutta la misura dei “30 all’ora”

Cantieri del tram: traffico aumentato, servono più informazioni, ma le opere vanno fatte

Il 60% vede un aumento del problema sicurezza: servono più agenti, telecamere, incentivi

Caro affitti, il tema è concreto, importante che gli studenti restino a Bologna

Fico, giudizio severo delle aziende anche su Farinetti, ma “meglio che non chiuda”

 

Il Presidente Cna Bologna Antonio Gramuglia: “Sulla città 30 all’ora il Comune

deve ascoltare le aziende e le loro associazioni: gennaio è troppo presto per partire”

 

Sui cantieri per le infrastrutture (in particolare il tram) le imprese vedono confermati i loro timori ovvero che il traffico è decisamente aumentato, ma la maggioranza dice: “le infrastrutture sono utili e vanno fatte”, con una maggiore informazione verso i cittadini.

Il problema sicurezza in città è peggiorato in questi ultimi anni, ne è convinto il 60% di imprenditrici e imprenditori.

Sul caro-affitti, l’importante è che gli studenti non se ne vadano da Bologna, deve essere comunque l’Università ad affrontare questo problema per i suoi iscritti, aumentando studentati e opportunità abitative.

Per quanto riguarda il futuro di Fico, le aziende esprimono un giudizio severo: “per come è impostato adesso non ha futuro, ma prima di fare annunci Farinetti doveva condividere la sua idea coi soggetti coinvolti nel progetto”.

“Oltre ad ascoltare le nostre imprese sui loro andamenti e sulle loro previsioni, come facciamo periodicamente, abbiamo voluto sentire la loro opinione su cinque temi molto caldi per Bologna e tutta la sua area metropolitana – spiega Antonio Gramuglia, Presidente Cna Bologna – e le risposte sono arrivate molto chiare dalle nostre aziende. Risposte che noi tradurremo in azioni politiche nei confronti dell’Amministrazione Comunale”.

“Certamente ‘Bologna 30 all’ora’ è la questione oggi più rilevante per le imprese – continua Gramuglia – e il 90% delle aziende ci ha dato indicazioni molto chiare: non è pensabile che dal primo gennaio entrino in vigore le sanzioni, è troppo presto, gli automobilisti non sono ancora pronti. Gli imprenditori hanno confermato le preoccupazioni per la sostenibilità economica e i disagi alle attività nonché la contrarietà alla generalizzazione dei limiti dei 30 praticamente a tutte le strade di Bologna, Il provvedimento rischia di rallentare anziché fluidificare il traffico e di ottenere effetti contrari a quelli sperati. È consigliabile procedere, nella attuazione della delibera, per gradi o step successivi e in via sperimentale, e di apportare correzioni ove necessario.

Cna conferma la disponibilità al confronto con il Comune, raccogliendo le indicazioni ricevute dagli associati, ma si fa nello stesso tempo portavoce del sentiment negativo con cui le imprese hanno accolto il provvedimento. Gli incontri dovranno servire per confrontarsi e non solo per prendere atto di decisioni già prese. Sarà necessario valutare i dati di traffico, con l’analisi dei flussi, per capire i pesi della mobilità privata, pubblica e conto terzi sulla mobilità cittadina aprendo il confronto anche all’aspetto degli orari della città”.

“Rispetto ai cantieri per le infrastrutture, tram in primis – continua Gramuglia – è apprezzabile che un’azienda su tre affermi che al di là dell’impatto sul traffico le infrastrutture sono utili e vanno realizzate. Le imprese insomma non sono dei ‘signor no”. Detto questo è vero che il traffico è peggiorato e che le informazioni non sono arrivate come dovevamo; quindi, anche su questa materia c’è margine di manovra e di miglioramento”.

“Ci preoccupa – prosegue Gramuglia – che il 60% delle aziende abbia la percezione di un aumento del problema sicurezza. Certamente molti fatti recenti hanno colpito l’opinione pubblica e abbiamo visto che il Comune e le Istituzioni dedicate alla Sicurezza, in primis il Ministro Piantedosi, stanno affrontando il problema. Non vogliamo enfatizzare la paura ma essere concreti, come chiedono le nostre aziende: quindi serve certamente un aumento degli agenti, delle telecamere di sorveglianza e degli incentivi per le imprese che vogliono mettersi in sicurezza, sarebbero già azioni molto efficaci”.

“Sugli affitti le aziende confermano che il problema del costo è notevole e il tutto si connette col tema della crescita dell’inflazione da un lato e dell’aumento dei flussi turistici a Bologna dall’altro – aggiunge Gramuglia -. Anche in questo caso le aziende sono concrete: in primis gli studenti devono restare a Bologna perché sono una risorsa per il futuro della nostra città, ma il problema della loro abitazione deve essere risolto con l’incremento delle soluzioni alternative al semplice affitto da privati, come studentati o immobili pubblici o pubblici-privati”.

“Infine, abbiamo chiesto un’opinione su Fico – conclude Gramuglia – e qui le imprese esprimono un giudizio molto severo tra chi dice che così come è adesso non ha futuro e chi è completamente negativo anche in caso di trasformazioni: Fico non ha saputo connettersi con la città, non ha saputo attirare turisti, non ha prodotto eventi di carattere nazionale. E Farinetti ha sbagliato nel non coinvolgere i protagonisti di Fico, investitori in primis, prima di lanciare le sue nuove idee. Però una cosa è chiara: le imprese sperano che la struttura possa continuare a funzionare, altrimenti sarebbe un duro colpo sia economico che di immagine per Bologna”.

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